Pedoni allo sbaraglio tanto la multa non c'è
Storie di ordinaria follia metropolitana. Il teatro sono le strade caotiche della Capitale con le loro insidie e attrazioni, gli attori i pedoni in perenne tenzone con gli automobilisti. Succede che in zone a scorrimento veloce gli attraversamenti risultino ardui. I pedoni devono prestare massima attenzione, servendosi anche di tattiche consone al tipo di difficoltà. Come ad esempio l'attraversamento in massa: un plotoncino di persone che avanza compatto sulle strisce incute rispetto. «Che faccio, li butto giù come birilli?» si chiede l'automobilista che poi, obtorto collo, spinge il piedino sul pedale del freno. Ma non sempre fila tutto così liscio. Il delirio d'onnipotenza che contagia molti guidatori, colpisce anche i pedoni che in barba alle regole spesso si abbandonano a comportamenti irresponsabili e nefasti. Il nostro fotografo ne ha catturato alcuni esemplari di tutto rispetto in punti della città particolarmente trafficati (sia dai piedi che dalle quattro ruote). L'incubo di ogni pedone degno di questo nome è guadare piazza Venezia. Non importa da dove e per andare dove. Ovunque si aggredisca quest'enorme e vasta spianata dove il flusso dei veicoli è da bollino rosso, l'impresa è del genere impossible. Anche sulle strisce, sotto il Campidoglio, non è per niente facile. Ecco perché è inconcepibile l'atteggiamento di quei pedoni che rischiando di venire tranciati da qualche vettura (la visibilità è scarsa) attraversano ignorando le strisce pedonali. In quest'area ma anche in altre della piazza verso Via dei Fori Imperiali ci sono pure nugoli di turisti che in preda ad attacchi improvvisi di sindrome di Stendhal, rapiti dai monumenti e dagli scorci si fermano al centro della carreggiata rischiando molto spesso la vita. La casistica degli incidenti ci parla di turisti «distratti» senza mai specificare il tipo di distrazione. Del resto nei vicoli del centro dove sciamano intere comitive di stranieri quanti sono quelli che camminano ai lati? La maggior parte di loro ciabattano al centro della strada: le pecore sono più disciplinate. Ed eccoci a Via del Corso. Una volta ci passavano le carrozze con rumor di zoccoli. Oggi è un initerrotto flusso umano (sugli angusti marciapiedi) e di autobus, macchine, pulmini, camioncini ecc. ecc. Una strada difficile per il pedone, ai limiti dello stress. Ecco perché c'è chi scende dal marciapiede e si mette a camminare in mezzo al traffico, esasperato. Sorpassa la truppa che va al rallenty ma potrebbe finire sotto le ruote di qualche bus turistico. La distrazione dei pedoni metropolitani che rischiano di essere fatti a polpette si nota soprattutto quando, come nei parchi, si pensa di essere in zone pedonabili. O ancora peggio di considerare la via una proprietà personale. Sbagliato! C'è sempre una macchina che esce fuori all'improvviso, un motorino lanciato a folle velocità. Insomma attraversare con le spalle alla strada (come fanno i nostri campioni a Villa Borghese) è molto grave. Finora abbiamo parlato di distrazione ma lo psichiatra Giuseppe Neri che lavora all'ospedale San Filippo Neri ci corregge: «A Roma certi pedoni affrontano la strada con lo stesso atteggiamento con cui affrontano tutto il resto. Una certa allergia al rispetto delle regole, anche perché c'è la sicurezza che un'eventuale sanzione non c'è e non sarà mai pagata». Quindi chissene frega delle strisce? «Praticamente sì! Del resto è l'equivalente dell'automobilista che compie un'infrazione sicuro di farla franca. Rischio ma anche scarso riconoscimento di un'autorità».