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Attentato omofobo o guerra fra abusivi? È la domanda che aspetta una risposta dopo il danneggiamento di tre auto parcheggiate al Gay Village sabato sera, mentre si svolgeva la festa in onore del Pride romano.

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«Hannospaccato il finestrino della mia Honda Civic per niente - spiega Danilo - Hanno lasciato tutto dentro: chiavi di casa, documenti, radio, soldi e occhiali. Unico particolare: la mia auto era davanti al Village». Danilo sembra certo della prima ipotesi: è stato un gesto doloso e mirato. Gli organizzatori del Gay Village, invece, hanno molti dubbi. «A controllare l'esterno e l'interno del villaggio sabato c'erano quasi 60 persone e non si sono accorte di niente - spiega Imma Battaglia - Poi lì c'è il problema dei parcheggiatori abusivi, che litigano in continuazione e sono arrivati anche ad accoltellarsi». Il sospetto è che le tre vetture siano rimaste «vittime» di una guerra tra «bande» di abusivi che si contendono la zona. Ma Nota insiste: «Non sono stato avvicinato da parcheggiatori, nessuno mi ha chiesto soldi». E allora? «Il fatto va accertato e, se ha a che fare con l'omofobia, saremo i primi a denunciarlo», controreplica Battaglia. L'impressione è che si voglia dare una lettura forzosamente «politica» all'episodio che, appunto, va ancora approfondito. I falsi allarmi creano polveroni che nascondono la realtà. E la polvere può offuscare anche le ragioni della lotta per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali.

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