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"Nessuna famiglia rom sarà divisa"

Campo nomadi

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Nessuna famiglia nomade sarà divisa. Solo i nuclei in lite non potranno convivere a meno di una riconciliazione, una stretta di mano che sancisca pubblicamente che la pace è fatta. Sembra la scoperta dell'acqua calda. E invece l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso, è continuamente costretta a sfoderare il buonsenso - che non le manca - per ribadire i punti cardine del piano nomadi. Perché ad ogni trasferimento in corso, e adesso è la volta del campo abusivo da terzo mondo di La Martora, c'è qualcuno che aizza i nomadi. Assessore Belviso, chi è che rema contro il Piano nomadi? «C'è qualcosa che non mi quadra, credo che queste persone siano strumentalizzate da qualcuno, perché, quando ci siamo visti, i nomadi di La Martora si erano mostrati disponibili e contenti dei trasferimenti, e avevano chiesto di accelerare il più possibile i tempi». E la protesta di lunedì in assessorato? «Facciamo chiarezza. Intanto bisogna dire che non c'è stata irruzione: i rappresentanti spontanei del campo (cioè non eletti ufficialmente) sono stati invitati, come è avvenuto in molte altre occasioni, dal Soggetto attuatore del Piano nomadi (Angelo Scozzafava ndr.). E, a quanto mi è stato riferito da lui, e che io verificherò insieme al commissario per l'emergenza rom (il prefetto, ndr.), hanno trasformato la loro posizione da positiva, collaborativa e costruttiva a oppositiva». Come mai questo cambiamento di rotta? «Loro sono stati invitati per articolare il trasferimento e hanno opposto una serie di problemi sul presunto frazionamento delle etnie nei campi autorizzati perché lo hanno letto su alcuni quotidiani, ma questo non è vero. Noi ci siamo impegnati a trasferire la popolazione senza dividere etnie e famiglie come previsto dal piano nomadi e così ci muoveremo per tutti i campi. Poi, visto che mi viene riferito dal Soggetto attuatore che ci sono alcune famiglie in grave faida interna con alcune famiglie di Castel Romano, è logico che se non vogliamo aumentare la conflittualità, non potranno convivere nello stesso campo, a meno che non si stringano la mano pubblicamente. Io, però, credo che ci sia stato un malintendimento, chissà se volontario, ma in questo caso non so dire chi lo abbia fatto e con quale motivazione. Una cosa è certa: chi ne perde a rallentare il trasferimento in condizioni di vita abitative e igienico sanitarie dignitose sono le persone rom e specialmente i bambini». Cosa farà? «In settimana, insieme con il commissario per l'emergenza nomadi e il Soggetto attuatore andrò a La Martora per chiarire gli eventuali malintendimenti e confermare la nostra collaborazione e apertura per pianificare i trasferimenti concordati. Confermerò che siamo ben lieti di accompagnarli in questo cammino di cambiamento, integrazione e legalità, però ci devono dare una mano: i primi a volerlo devono essere loro».  Ma se non accettassero? «A quel punto il Comune sarà costretto a fare un passo indietro e la questione sarà di esclusiva competenza del commissario e della Questura, ma sono fiduciosa che non si dovrà arrivare a questo punto».

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