I Municipi non si toccano
.Dopo la bagarre in aula sul decreto attuativo del governo che disegna l'assetto istituzionale è pronta la bozza con le modifiche delle commissioni Roma Capitale e Riforme istituzionali, guidate rispettivamente da Francesco Storace e Francesco Smedile. La proposta che definisce organi e poteri è sostanzialmente unanime, anche se ci sono alcune distinzioni tecniche sulle quali occorrerà trovare una sintesi comune. Su una cosa però sono tutti d'accordo: il numero dei consiglieri capitolini è fissato in 60, contrariamente ai 48 stabiliti nel decreto legislativo. Non solo. Il messaggio politico che uscirà dal Consiglio comunale, che si chiamerà Assemblea, sarà chiarissimo sui Municipi. Non solo faranno parte degli «organi di governo di Roma Capitale», insieme al sindaco, la giunta e l'Assemblea, ma sulla loro definizione, ovvero numero e confini delle ex circoscrizioni, sarà eslcusivamente il Consiglio comunale ad esprimersi. Così come nella «bozza Storace» si aggiunge la voce «consiglieri municipali» anche negli articoli che riguardano le indennità. Stretta poi sui rapporti tra sindaco e Assemblea. La procedura d'urgenza per l'approvazione di una delibera sarà consentita solo per garantire l'adempimento agli obblighi di legge e non per l'attuazione delle linee programmatiche, come invece previsto dal decreto. Confermata dalla «bozza Smedile» invece l'introduzione della «supplenza» di un consigliere nominato assessore. La proposta di modifica al decreto arriverà ora in Consiglio comunale. Una proposta attesa e determinante per il futuro di Roma che, dopo oltre sessantanni, si prepara finalmente a diventare Capitale a tutti gli effetti.