Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Bacchettata del New York Times Sì al Maxxi, ma Roma perde pezzi

Il MAXXI, il museo romano dell'arte contemporanea

  • a
  • a
  • a

«Che cosa vuole fare da grande Roma?». La Capitale a tutti gli effetti, verrebbe da rispondere. La domanda se l'è posta l'architetto urbanista inglese Richard Burdett, citato ieri da Michael Kimmelman in un lungo articolo apparso sul New York Times. Ed è ancora Burdett a ricordare come Roma, «impegnata in una battaglia con il proprio futuro, stia facendo invece dei passi indietro». La tesi del giornalista del Nyt che prende in prestito le parole di Burdett, è la seguente: Roma si è dotata di una serie di monumenti moderni di valore, ma il patrimonio storico, tra cui il Colosseo e la Domus Aurea, cade a pezzi. Negli ultimi anni, prosegue Kimmelman, la Città Eterna ha tentato la strada della modernità mettendo in cantiere progetti come la Nuvola di Fuksas e le Torri di Piano all'Eur, la teca dell'Ara Pacis targata Meyer e ancora il museo Maxxi di Zaha Hadid, per non parlare dell'Auditorium Parco della Musica. Operazioni culturali che hanno a volte generato polemiche, alcune con strascichi ancora oggi visibili (basti pensare alla Teca di Meyer) che hanno però portato risultati attirando circa 74mila visitatori. Poi c'è l'altra faccia della medaglia, quella più arrugginita, a cominciare dal Colosseo e la Domus Aurea che secondo il Nyt cadono a pezzi. Il motivo? La carenza di fondi statali per tutte le forme di espressione artistica, restauro compreso. I soldi a disposizione di ministeri e soprintendenze, spiega Kimmelman, (0,21 per cento del bilancio italiano) sono pari a un quinto di quelli a disposizione del patrimonio artistico francese. Un paragone effettivamente imbarazzante. Kimmelmann è quindi cosciente che il futuro di Roma dipenda da fattori esterni, più che locali. Al contrario, non è tenuto a sapere, ma è bene comunque ricordarlo, che il Campidoglio, per assicurarsi, in futuro, l'equilibrio tra storia e modernità, sta portando avanti la battaglia per Roma Capitale. Il presupposto è semplice: Roma rappresenta l'Italia e gli italiani. A Roma si concentra l'attività politica del Paese. Roma è fulcro del cattolicesimo. Ha dunque bisogno di maggiori finanziamenti statali. Per rispondere quindi alla domanda di Burdett e del New York Times, «che cosa vuole fare Roma da grande?». La Capitale. Ma parallelamente alla sfida della modernità architettonica dovrebbe risolvere il nodo dello sviluppo urbanistico, della Mobilità e del traffico. Il Colosseo sta lì da 2000 anni, non verrà giù domani. Il Nyt può stare tranquillo e la Lega mettersi l'anima in pace.

Dai blog