Zaccai denunciò: mi intercettano

FabioDi Chio Valeria Costantini Si sentiva braccato, pedinato, intercettato. A dicembre, il consigliere provinciale Pdl, Pier Paolo Zaccai, finito giovedi notte in un festino con trans e droga all'Appio, si era presentato alla polizia postale di Trastevere denunciando quelle strane brutte impressioni. Non solo. Nello stesso mese aveva pure subito il furto della sua Mercedes, all'Infernetto. Insomma: Zaccai si sentiva in pericolo prima, e a maggior ragione è convinto di esserlo adesso dopo l'"incidente" con la trans Morgana di 26 anni che l'ha ospitato in casa alla presenza di altre due transessuali brasiliane. Forse sarà anche per questo che il partito che il giorno dello scandalo si era affrettato a sospenderlo ieri ha riaperto le braccia al consigliere provinciale, a condizione però che non parli coi giornalisti senza autorizzazione del Pdl. Un po' come accadde col presidente del XIX Municipio, Alfredo Milioni, messo in croce per aver causato l'assenza del simbolo Pdl dalle schede di Roma e provincia alle elezioni regionali. Se gli sviluppi reggerenno, il caso Zaccai sembra destinato a diventare un giallo. Cioè: giovedì notte non sarebbe stato a causa della cocaina che il politico ha aperto la finestra al primo piano comiziando e delirando («Aiuto, mi vogliono incastrare, mi butto di sotto»), fino a essere portato via in ambulanza all'ospedale Grassi di Ostia. Ma potrebbe esserci dell'altro: una trappola? un'aggressione? Al momento Zaccai è al sicuro, lontano da Roma, tenuto sotto controllo da persone di fiducia che vogliono evitare gesti disperati. Chi lo ha visto riferisce che lui è ancora sotto shock, incapace di ricostruire con esattezza gli avvenimenti della notte maledetta, ma lucido abbastanza per ribadire che è stato piccchiato da più persone presenti nell'appartamento di via Manlio Torquato: a confermarlo ci sarebbero gli ematomi su braccia e addome (anche se dall'ospedale è stato dimesso con una contusione al ginocchio). Oltre alla denuncia alla Postale, al furto della Mercedes Classe A, Zaccai parla pure dei danni alla Bmw, ai tentativi di qualche tempo fa di forzare la portiera della stessa vettura dove la Scientifica ha rinvenuto tracce di cocaina che il politico ha detto di aver di aver sniffato ma perché era ancora confuso. E ripete il motivo di questa presunta persecuzione: il consigliere provinciale si era avvicinato alle trans «per lavoro». Dal suo avvocato, Domenico Stamato, 38enne con studio a Ostia, l'altro giorno era anche trapelato un abbozzo di linea difensiva: «Non si può annullare l'uomo Zaccai sulla base di testimonianze poco credibili. Perché quel computer (di una trans, ndr) era lì? Chi gli ha procurato le lesioni fisiche? Si è trattato di un ricatto, di una trappola? Sono tutte domande ancora senza risposta». Ieri però anche lui ha subito uno stop: è stato incaricato di difendere Zaccai ma è stato congelato, in attesa di nuove decisioni.