«Venghi dottò, dottò venghi» fischietto e borsello a tracolla un manipolo di posteggiatori, rigorosamente abusivi, s'apposta di sera in via delle Terme di Caracalla per «aiutare» i visitatori della «Festa democratica-Festa dell'Unità» organizzata dal Pd,
Icompagni-posteggiatori si sono già spartiti il territorio: la kermesse politico-gastro-canora della sinistra andrà avanti fino alla fine di luglio e, dunque, la torta è davvero appetibile. A lavorare ci vanno tutti e cioè i capi-famiglia con moglie, nonne e bisnonne al seguito. Il flusso di macchine è impressionante: quando i «buchi» disponibili finiscono bisogna inventarsene altri, magari davanti a una via senza uscita, oppure in doppia fila al centro della carreggiata. Tutti éscamotage che i posteggiatori di professione conoscono bene. Il fatto che siano degli abusivi è un dettaglio superfluo. Salutati come «angeli salvifici» dai compagni-frequentatori della super festa di mezz'estate, semplicemente «ignorati» dai compagni-organizzatori che hanno ben altro a cui pensare. Incredibile, poi, la «fiducia» che ispirano. Alcuni gli lasciano pure le chiavi dell'auto: «Facciamo un giretto, torniamo presto!» Che male c'è? Per gli abitanti di una città dove le aree parcheggio sono insufficienti e i posteggiatori abusivi sono diventati un esercito, «affidarsi» a loro, dopo aver pagato l'obolo è diventata una prassi nonché una necessità. I guardiamacchine (come si chiamavano una volta) sono ovunque: Testaccio, Trastevere, Lungotevere Diaz, Stadio Olimpico, Tre Fontane (Eur), le principali piazze del Centro storico. Appartengono a tutte le etnie e razze: quando vengono «pizzicati» dagli agenti di Pronto Intervento Traffico sfoggiano pure documenti di identità apparentemente in regola e pagano le multe. Pronti a ritornare il giorno dopo a fare le stesse cose. Ma è paradossale ritrovarseli anche nel sancta-sanctorum della sinistra italiana, co-attori di quel rito collettivo dove i leader s'illudono di aver ancora un contatto con la «base» e una connessione con il Paese, «colleghi» dei trecento volontari che tutti i giorni mandano avanti i punti ristoro, gli stand, le aree discoteche e i dibattiti dove le parole più gettonate sono moralità e legalità.