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L'Opera non sciopera più, Alemanno prenota un posto

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Sullascena il Romeo e Giulietta di Loris Gai, cui seguiranno titoli prevedibili ma popolari come Aida e Rigoletto (ventilati scioperi per le due prime del 15 e del 28 luglio). A presentare la stagione in Campidoglio, accanto al sindaco Alemanno, tutte le autorità della Fondazione lirica capitolina. «Voglio sottolineare il rapporto del teatro con la città e con i giovani – ha detto Alemanno - Si calcola che 43 mila studenti e 7 mila docenti nel trascorso anno scolastico abbiano partecipato alle attività dell'Ente. Conforta anche che Muti abbia presenziato alla sessione di audizioni per i professori d'orchestra». Ma l'occasione è parsa propizia anche per una pace, o almeno una tregua, tra Carla Fracci, direttore uscente del ballo, ed il sindaco che ha promesso di presenziare ad una recita del balletto a Caracalla. Si è ventilata anche l'ipotesi, al momento un po' indefinita, della costituzione di una compagnia internazionale di balletto guidata dalla Fracci. Nitida anche la visione del sovrintendente Catello De Martino che fa il punto della nuova gestione ad un anno dal cambiamento: «L'Opera deve diventare il Teatro della Città di Roma ed i romani devono sapere cosa si fa in Teatro - racconta De Martino - Abbiamo un patrimonio da valorizzare: ad esempio i bozzetti (dal valore di sei milioni di euro), mostre di costumi (più di 80 mila) che renderemo itineranti con gli Istituti italiani di cultura nel mondo. C'è poi l'accordo con Teatri come l'Opéra di Parigi, il Liceu di Barcellona, Bruxelles e forse anche Vienna, Madrid, il Mariinski e il Metropolitan, per portare a Roma allestimenti nuovi e al contempo risparmiare. Infine importante è il rassicurante legame con istituti bancari come l'Unicredit, la Camera di Commercio e la Lottomatica come sponsor». Intanto resta difficile fare i conti dell'annullata «prima» di ieri sera: circa tremila biglietti non venduti per un prezzo variabile dai 25 ai 110 euro costituiscono già un considerevole deficit in tempi non certo di vacche grasse. Chiaro, anche in merito alla discussa legge Bondi sulle fondazioni, De Martino: «La legge ha sostituito una situazione di stasi tra Sovrintendenze e rappresentanze sindacali. Dobbiamo ripartire dalla nuova legge. Bisogna fare un passo indietro e mettersi al tavolo delle trattative per trovare le soluzioni per salvaguardare questo patrimonio unico che è la lirica italiana. Gli scioperi recano però non solo danno economico, ma anche perdita di immagine. Lo sciopero deve essere solo l'ultimo atto, riprova di un fallimento nella trattativa». Insomma la stagione lirica estiva promette di essere davvero caliente. Intanto Carla Fracci dedica questo suo ultimo balletto come direttrice del ballo a tre persone straordinarie come Cranko, che la volle Giulietta ad appena 19 anni, a Nureyev e Margot Fonteyn. Ed ha ringraziato la città di Roma per l'affetto conferitole in dieci anni di lavoro. «Lascio un vasto repertorio sia culturale che musicale - ha detto la Fracci - Molto ho avuto dal Teatro e dalla città. Si può dire che ho ballato più a Roma che alla Scala».

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