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Filiera corta e farmers In città la spesa piace così

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.Un esempio? Un litro di latte fresco acquistato direttamente dal produttore (da bollire sempre prima di consumare) costa un euro, sullo scaffale 1,70. A questo si aggiunge il riutilizzo della bottiglia portata da casa con rifiuti in meno da smaltire. Altro esempio, un quintale di uva costa spesso quanto una bottiglia di vino. Con la vendita diretta non accadrebbe. Lo afferma Coldiretti che per prima ha rivoluzionato l'approccio dei consumatori alla spesa agroalimentare facendo incontrare chi produce e chi compra. «Dal campo alla tavola in un patto con il consumatore - dice Massimo Gargano presidente di Coldiretti Lazio - che permette all'impresa agricola di vendere direttamente, recuperare reddito e consentire al cliente economie importanti senza passaggi che determinano costi aggiuntivi. Un valore in più in tempi di crisi». La filiera corta sono i mercati di «Campagna Amica», gli acquisti negli agriturismi che vendono ciò che producono, i farmers market, i banchi dei coltivatori in tanti mercati rionali. «Nel Lazio abbiamo trasformato la filiera corta in un patrimonio di valori e di rispetto per i consumatori - dice Gargano che snocciola alcuni dati - Con 37 mercati fissi nella regione di cui 12 a Frosinone, 3 a Latina, 2 a Rieti, 7 a Viterbo e 13 a Roma, abbiamo istituzionalizzato un'appuntamento di fine settimana con i cittadini che trovano prodotti stagionali a buon mercato». Tra l'altro per questi acquisti i consumatori possono fare raffronti sul prezzo inviando un sms al 47947 al Ministero delle Politiche Agricole sulle produzioni contenute nel paniere. «L'iniziativa è nata da una intesa con il Ministero, le associazioni dei consumatori e i mercati di "Campagna Amica" impegnati a praticare un prezzo inferiore del 30 per cento rispetto a quello rilevato sui mercati - ricorda l'esponente dell'organizzazione agricola -. Un altro elemento è l'assoluta freschezza e la stagionalità dei prodotti. Non è come certe piante di lattuga che girano mezza Europa prima di arrivare sulla tavola». Ma il punto di svolta per dare alla filiera corta maggiore organizzazione è il coinvolgimento dei Consorzi Agrari (Cai) e le Cooperative aderenti all'Unci. «Coldiretti sta lavorando per costruire una rete organizzata su scala nazionale della vendita diretta che sarà pronta a breve. Sarà la risposta commerciale della filiera tutta agricola e italiana - aggiunge Gargano - e un correttivo delle storture di una filiera dell'agroalimentare, stretta tra industrie e grande distribuzione, che vede produttori e consumatori gli anelli deboli della catena». Come dire, serve un nuovo equilibrio e una diversa equità, capace di restituire reddito alle imprese e convenienza del consumatore, oggi sempre più consapevole. È questa la sfida di Coldiretti perché dietro ogni impresa c'è un territorio che, se abbandonato da chi la terra la coltiva, sarà condannato all'incuria, al degrado ambientale e al dissesto idraulico.

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