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Capitale da spiaggia

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Alle ore 9 i luccicanti serpentoni di auto già sfilavano sulle vie di accesso a Fregene. Sul lungomare di Ostia, alle 10.30, non c'era più un parcheggio libero. Le spiagge del litorale romano, da Anzio a Passoscuro, entro l'ora di pranzo, si erano trasformate in un unico tappeto colorato di asciugamani e ombrelloni. Cronaca di un'altra giornata di folle assalto alle spiagge. La pazienza di romani e turisti è davvero ammirevole. Nonostante le code assicurate, andata e ritorno, in migliaia ieri non si sono fatti sfuggire la domenica di 12 ore di sole, visti i precedenti fine settimana durante i quali, nuvolette di Fantozzi e alterne fortune meteorologiche, hanno messo a dura prova la suddetta pazienza e la voglia di vacanza. L'appeal del ponte di San Pietro e Paolo nel segno di mare e abbronzatura però, ha avuto la meglio, ancora una volta, contro le file e la ricerca del posto auto. È sempre così: i romani al mare e la Capitale lasciata in mano ai turisti. Deserte strade e centri commerciali. Tantissimi invece i forestieri in giro per il centro storico in cerca di refrigerio tra la visita di un sito archeologico e un'altra. Colosseo, piazza di Spagna, Lungotevere le mete preferite da italiani e stranieri, che non hanno perso l'occasione per farsi tentare dalla classica grattachecca romana o da una fetta d'anguria. In tanti poi hanno improvvisato tuffi rinfrescanti nelle fontane della Capitale. Sul litorale, viceversa, milioni di romani hanno preso d'assalto le spiagge delle località costiere. Antropologicamente interessante, come sempre, la varietà della «specie» bagnante. Il ritorno dei «fagottari», esemplari che è facile avvistare soprattutto nelle spiagge libere di Torvaianica e Fiumicino, ormai è un dato certo. Il romanissimo panino con la salsiccia o le lasagne inscatolate dalla mamma sono l'antidoto migliore per la crisi economica e, in più, permettono la lunga sosta in spiaggia, senza dover ricorrere a faticose passeggiate fino al bar. L'altro prototipo dell'amante della tintarella, è il preferito dagli operatori balneari da Ostia a Fregene e così via. Tra le sue abitudini sociologiche, spicca la propensione a spendere anche tra le 100 e le 200 euro per una lista della spesa che va dall'entrata allo stabilimento, ombrellone, sdraio o lettino per la nonna, collana dal vu' cumprà, pranzo o cena, o tutte e due, al ristorantino di pesce. Ultima, immancabile, tipologia, è il bagnante «toccata e fuga». Parte all'alba per evitare le code, sfrutta al meglio poche ore di sole e via di corsa a casa. Il suo habitat naturale sono le dune di Capocotta e gli arenili liberi, i pochi che ci sono, del XIII Municipio, dove i chioschi presenti possono offrire bibite fresche e servizi rapidi. «Finalmente il pienone – esclama euforico Ruggero Barbadoro, titolare dello stabilimento Venezia di Ostia – Anche sabato abbiamo registrato entrate decenti, nonostante le spiagge ridotte dalle mareggiate. In queste giornate si parla spesso di circa un milione di visitatori per il litorale romano». Assalto, in questo caso alle tavole, del Saint Tropez di Fregene, dove ad attirare i clienti sono le specialità culinarie di Gianluca Nosari, cuoco d'eccellenza e volto di trasmissioni televisive. Ma l'atteso «tutto esaurito» si è registrato un po' per tutti i ristoranti e stabilimenti, con prenotazioni record fin da sabato. Al ritorno, immancabile conclusione, strade intasate, traffico in tilt e superlavoro delle forze dell'ordine sulle vie del mare.

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