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Benedetto XVI affida la Città a Maria e fa gli auguri al sindaco

Papa Benedetto XVI

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«La Madonnina, come amano chiamarla i romani, nel gesto di guardare dall'alto i luoghi della vita familiare, civile e religiosa di Roma, protegga le famiglie, susciti propositi di bene, suggerisca a tutti desideri del cielo». Benedetto XVI va sulla collina di Monte Mario: benedice la Madonnina del don Orione, e ne chiede la protezione sulla città. È un anno mariano per Benedetto XVI: alla Madonna di Fatima ha affidato i sacerdoti, alla Madonna ha elevato la preghiera a conclusione dell'anno sacerdotale, un pensiero per Maria c'è stato spesso durante questo anno. La visita al don Orione di ieri sta lì a rappresentare il suggello di un anno dedicato alla Madonna, in nome della santità. E non a caso, poco dopo, Benedetto XVI in visita alla suore Domenicane di Clausura di Santa Maria del Rosario, durante la preghiera dell'ora Media ha sottolineato come la clausura non serva solo alla «santificazione e purificazione personale», ma alla «Chiesa intera, perché possa comparire pura e santa al cospetto del Signore». Per accogliere Benedetto XVI, è arrivato dall'Aquila un membro eccellente della famiglia orionina: mons. Giovanni d'Ercole, da poco vescovo ausiliare del capoluogo abruzzese. Il Papa arriva al don Orione accompagnato dal cardinal Vallini, suo vicario a Roma, e dal cardinal Bertone: è in forma, molto disponibile, la gente non è tenuta a grande distanza. «È quasi con sollievo che Benedetto XVI accoglie la presenza della Madonnina. «Su questa collina è tornata a vegliare sulla nostra città la maestosa statua della Madonna, abbattuta alcuni mesi or sono dalla furia del vento», esordisce nel suo discorso. Un discorso semplice, nel quale inserisce - rispetto al testo distribuito - gli auguri di buon onomastico al sindaco Gianni Alemanno. Ricorda, il Papa, il legame di Roma con la Madonnina, «memoria di eventi drammatici e provvidenziali, scritti nella storia e nella coscienza della Città». «Don Orione - dice il Papa - visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l'amore per far entrare nel mondo la luce di Dio». E invita gli orionini a continuare sulla «scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, "la carità è la migliore appologia della fede cattolica"».

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