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Tenta di soffocare la figlioletta

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La mamma è la mamma. Ma non quando l'amore malato spinge una donna a fare del male a chi ama di più. Come ha fatto ieri pomeriggio verso le due, un'egiziana, A. A. di 28 anni, che ha tentato di soffocare la figlia di 18 mesi mentre era in ospedale, al Bambino Gesù, un gesto forse compiuto per poter godere di più assidue cure mediche ed essere socialmente riconosciuti nel ruolo di genitore premuroso. Si chiama sindrome di Munchausen per procura, un bizzarro disordine mentale per cui la madre simula, o peggio, causa la malattia del figlio, arrivando fino a farlo morire. Potrebbe essere stata questa malattia, che sfugge alla maggoranza dei pediatri, la causa, non confermata, del tentativo di soffocamento, andato in scena ieri pomeriggio in una stanza del Bambino Gesù. Il gesto è stato stroncato sul nascere, perché la bambina si trovava in una stanza sorvegliata dalle telecamere, nel famoso nocomio pediatrico nei pressi del Vaticano, attrezzato anche per scoprire e fronteggiare i non rari di casi di sindrome di Munchausen. La nordafricana, fermata in tempo, si è difesa dicendo che la figlia non respirava perché in preda ad una crisi epilettica. Ecco cosa è successo. La piccola era ricoverata da giorni per problemi clinici e veniva monitorata dal punto di vista cardiologico e neurologico. Proprio grazie a questo controllo costante, medici e infermieri si sono accorti dell'improvvisa alterazione di alcuni parametri fisiologici e, attraverso una sorveglianza a distanza tramite telecamera, si sono resi conto che la madre, vicino al letto della figlia, stava cercando di soffocarla. Il personale del Bambino Gesù è immediatamente entrato nella stanza e ha bloccato la donna, salvando la bambina. La madre, che ha altri figli e già in passato era stata protagonista di episodi analoghi, ha provato a difendersi dicendo che la bimba stava male e aveva attacchi di epilessia. Medici e infermieri del Bambino Gesù hanno soccorso la piccola, che ora è in buona salute. La donna è stata fermata e portata nella caserma dei carabinieri di Porta Cavalleggeri. I carabinieri, autorizzati dalla Gendarmeria Vaticana, hanno accertato l'accaduto. Dalle testimonianze di medici e infermieri sembrerebbe inequivocabile la volontà della donna di uccidere. La giovane potrebbe essere arrestata con l'accusa di tentato omicidio.

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