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In casa con mamma morta da 17 giorni

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Carabinieri

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Ha passato diciassette giorni con la madre morta dentro casa. «Mai senza di lei, noi dobbiamo stare sempre insieme», ha detto la donna di 63 anni quando ha aperto la porta ai carabinieri. Lei, S. Malfatti, dottoressa in pensione, non voleva separarsi dalla mamma, la signora V.M. Siciliani di 85 anni. Neppure dopo il 4 giugno, quando è morta nella sua abitazione di via Montegiove 5, al Quarto Miglio. A far scattare i controlli dei militari ci hanno pensato i vicini. Via Montegiove è una stradina lunga neppure cento metri. Sette famiglie. Qui si conoscono tutti. E le abitudini di tutti. Da un po' di tempo la buca delle lettere di mamma e figlia si riempiva di giorno in giorno senza essere svuotata. Il giardino incurato. Le piante secche. Le persiane chiuse e arruginite. E quella Volvo 45 sempre ferma nel garage. Da troppo tempo. Così, domenica notte, i vicini hanno dato l'allarme. Parte una chiamata alla stazione dei carabinieri di Quarto Miglio. Poco dopo arriva la gazzella davanti al cancello di Malfatti e Siciliani. Davanti il videocitofono c'è una scritta: «Siete pregati di assumere la posizione che renda possibile il video. State alla distanza di un metro e mezzo. Suonare forte». Ma nessuno risponde. Di nuovo. Nulla. I carabinieri decidono di entrare. Poi, oltre l'uscio, ecco la figlia. E in camera da letto il cadavere in stato avanzato di decomposizione dell'anziana madre (oggi ci sarà l'autopsia). La dottoressa è stata ricoverata all'ospedale di Frascati e sottoposta a trattamento psichiatrico. I vicini descrivono madre e figlia come «due persone molto riservate». Aurelia abita lì di fronte da vent'anni: «Ma se dovessi dire come erano non lo so. Non sono mai entrata in casa loro, al massimo ci incrociavamo per strada. Ma mai una parola più del "buongiorno e buonasera"». «Il massimo del dialogo - racconta Antonella, una vicina - era quando si doveva uscire contemporaneamente dai garage». «Di sicuro stavano sempre insieme - dice un'altra vicina - uscivano a coppia e rientravano a coppia. Erano sole e inseparabili».

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