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C'era una volta la favola del Geppetto de' noantri

Ercole al tavolo da lavoro nella bottega Bartolucci di via dei Pastini

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«C'era una volta un pezzo di legno». Chi non ricorda l'incipit del Pinocchio di Collodi. Stavolta però la favola non è ambientata in Toscana, ma nel centro di Roma. E il burattinaio si chiama Ercole. Un simpatico signore di 61 anni che lavora nella moderna «bottega» Bartolucci in via dei Pastini, il negozio che da anni vende oggetti in legno portando avanti la tradizione della famiglia dal 1936. «Francesco Bartolucci è stato il mio maestro - confessa - da lui ho imparato l'arte dell'intaglio». Per tutti Ercole è Geppetto, il burattinaio. Ogni giorno si siede al tavolo da lavoro per dare vita a un nuovo pezzo di legno. Armato di scalpello e tanta fantasia plasma le «sgorbie», i tronchetti di faggio, creando pinocchi d'ogni tipo. Tutti dipinti a mano. Dall'arciere al fantino, dall'avvocato a quello in frac, fino alla serie con le maglie dei calciatori dedicata ai Mondiali. «Quello della nazionale italiana se l'è comprato addiruttura un turista francese». Pinocchio è amato in tutto il mondo. «Dai coreani agli spagnoli. I brasiliani ne vanno matti», racconta orgoglioso «mastro» Ercole. «Il pinocchio politico non lo facciamo per evitare denunce - dice sorridendo - anche se ci starebbe bene». Nessun burattino è uguale all'altro. Sono pezzi unici. «Il legno può assumere varie forme, dipende dalla tua fantasia. Ma i pinocchi cambiano espressione a seconda dell'umore di chi li intaglia». Prendono vita, come quello della favola. Vale la pena fermarsi a guardare la maestria del burattinaio. Uno spettacolo raro in centro città. Raccogliere le scaglie di legno che schizzano via come scintille, chiudere gli occhi e annusare l'odore del legno. È come essere catapultati d'un sol colpo nel «paese dei balocchi». Ti guardi intorno e vedi cavallucci a dondolo, trottole, carillon, motociclette a grandezza naturale e orologi a pendolo dal movimento ipnotico. Tutto rigorosamente in legno intagliato a mano. «Qui si riaccende la fantasia», spiega Ercole. Ci sono anche i giocattoli di una volta. Spade e pugnali, fucili e pistole con la molletta caricate ad elastici. Quelli che i nonni costruivano ai nipoti «prima che inventassero la plastica e i videogiochi. Hanno rovinato il mondo». Quando era piccolo, racconta, se voleva un giocattolo se lo doveva inventare. «Oggi i bambini hanno perso la fantasia». Proprio per questo Ercole va in molte scuole elementari a dare lezioni di intaglio. «Per me sono come dei figli a cui insegnare i segreti del mestiere». Con gli stessi occhi Ercole guarda i suoi burattini. «Ormai mi ci sento un po' Geppetto - confessa - quando ne vendiamo uno quasi ne sento la mancanza». Forse Collodi non si era inventato niente. Pinocchio esiste davvero.

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