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Un furto per vendetta

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Trafidanzantini. Lui, 25 anni, albanese, non sopportava che fosse finita la storia con lei, romana, di 20. Così ha organizzato il furto di opere d'arte in casa di lei, in via Orti della Farnesina, zona Ponte Milvio. Quattordici quadri e cinque sculture d'autore (tra i quali De Chirico, Fontana, Grosz, Kandinsky), per un valore di 30 milioni. Una fortuna deperita in fretta. I responsabili del colpo sono stati identificati e le opere recuperate. Il bilancio (per ora): nove indagati, di cui due fermati, dalla sezione Antirapina della Squadra mobile della Questura diretta da Andrea Di Giannantonio, e il bottino ritrovato dai carabinieri della Compagnia Cassia, comandata dal maggiore Alceo Greco. La vicenda degenera a metà marzo. La ragazza e l'albanese hanno troncato da un po'. Lui non si rassegna. L'amore diventa rancore. Conosce bene casa. Il papà della ragazza lo aveva accettato, e lo stesso aveva fatto la sua compagna, Flavia Barili, psicologa, proprietaria dei quadri comprati dal padre, un ingegnere dell'Api, venuto a mancare pochi anni fa, a breve distanza dalla moglie: 2005 e 2006. L'albanese contatta alcuni connazionali, in zona La Storta e addirittura a Bergamo, e con loro pianifica il colpo. È per metà marzo, quando la psicologa e il suo compagno sono a Cannes, in Francia. Ad agire è un gruppetto di 4-5. Entrano senza forzare, indossano guanti e arraffano quello che possono. A Cannes qualche giorno dopo arriva la telefonata del portiere dello stabile che avverte del furto, allertando anche il legale di Flavia Barili, l'avvocato Orietta Bonifacio. Scatta la denuncia. Gli investigatori della Mobile muovono i primi passi. Tra i sospetti finisce anche l'ex fidanzato. Partono le intercettazioni telefoniche e si capiscono movente, trama e contatti che il gruppo cerca a Roma con i ricettatori per vendere la roba. Con qualche astuzia l'ispettore dell'Antirapina, Raffaella Ruggero, fa capire all'albanese che è inutile negare, il cerchio si è chiuso. I ladri cercano di evitare il peggio restituendo il bottino: chiamano i carabinieri della Cassia e dicono loro che in un campo a La Storta troveranno dei sacchi dell'immondizia con dentro i quadri. È l'11 maggio. Ma è troppo tardi. La Mobile è già arrivata a una complice, una romena (è tra i fermati) compagna di uno degli albanesi, trovata con il computer rubato nella casa-museo. Le indagini continuano per risalire ai ricettatori. Ieri alla Compagnia Cassia la riconsegna delle tele a Flavia Barili: «Quel ragazzo ha tradito la nostra fiducia. Si è scusato? Sì, ma doveva pensarci prima».

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