Violentata in albergo Si cerca un complice
Un complice avrebbe favorito il portiere dell'hotel Hermitage, ai Parioli, mentre violentava una studentessa statunitense di 21 anni nell'albergo con altri sessanta studenti del Nevada. È il sospetto maturato dagli inquirenti del Commissariato Viminale diretto da Carmine Belfiore in queste ultime ore di indagini sul presunto stupro che sarebbe stato commesso da Lucio Di Giacomo, 54 anni, dell'Infernetto. Durante quella notte, mentre avveniva l'abuso, qualcuno dell'hotel avrebbe chiamato un taxi su richiesta di un cliente. La polizia vuole accertare chi è stato a chiamare, a che ora, ed eventualmente se l'ha fatto per coprire il portiere che era con la studentessa. Ieri il gip del Tribunale ha confermato il fermo di Lucio Di Giacomo trasformandolo in arresto in carcere. L'altro ieri pomeriggio, prima che in serata lasciasse Roma per raggiungere il suo gruppo in tour europeo, la ragazza è tornata all'Hermitage con la polizia: ha rivisto gli ambienti dove sarebbe avvenuta la violenza e che già aveva descritto agli investigatori in Commissariato. Secondo la ricostruzione, infatti, alle 4 di domenica mattina lei è tornata in albergo un po' su di giri, si è messa alla consolle del computer nell'hall per dialogare coi suoi parenti su Internet, e quando ha detto di voler andare in camera Di Giacomo si sarebbe offerto di accompagnarla, salendo però non al quarto piano, dov'era la stanza di lei, ma al quinto piano, dove c'era una camera libera. La giovane ha riferito nei dettagli l'arredamento, rivelatosi esatto durante il sopralluogo. Anche Di Giacomo avrebbe confermato la dinamica dei fatti, senza rispondere all'accusa di violenza. All'Infernetto, i vicini di casa lo descrivono un tipo riservato, che si vedeva poco e parlava meno. La villa accanto è del padre, ma è molto anziano e ci va di rado.