San Camillo vietato ai pazienti con trauma cranico

Neurochirurgia è al collasso. E al San Camillo potrebbe non essere più garantita l'assistenza ai pazienti con trauma cranico. Così chi arriva in ospedale in ambulanza dopo un incidente stradale o una caduta, potrebbe rischiare grosso. È l'allarme per le Unità operative di Neurochirurgia, Neurologia, Neurorianimazione e Neuroradiologia. A lanciarlo, ieri mattina, sono stati 7 primari dell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini con una lettera indirizzata al direttore generale Luigi Macchitella, e alla governatrice Renata Polverini e al sub commissario alla Sanità per la Regione Mario Morlacco. Nel documento (protocollato con n. 216) i primari Gianluca Bellocchi, Pio Buoncristiani, Fabio Corsi, Enrico Cotroneo, Alberto Delitala, Simona Galgani e Paolo Orsi denunciano la grave situazione nel settore dell'emergenza neurologica, che serve un bacino di un milione e 600 mila abitanti, e «il 70% dei ricoveri a carattere neruologico-neurochirurgico proveniente dall'area dell'emegenza». Le cause, si legge nel documento, mancanza di infermieri e anestesisti e tagli di posti letto, con la disposizione della Direzione sanitaria del 9 giugno scorso, che ha richiesto il taglio del 50% dei posti letto, in neurochirurgia e neurologia «dagli attuali 41 a 20». «Ancora una volta viene penalizzata l'emergenza» dice Bruno Schiavo, cardiologo e segretario aziendale Anaao il sindacato dei medici ospedalieri del San Camillo Forlanini. «Il taglio dei posti letto - spiega - è l'ultimo evento che si va ad aggiungere ad una situzione drammatica per l'emergenza. Nel giro di poco tempo noi abbiamo perso 300 posti letto. E contemporanemente ci arrivano il doppio dei codici rossi: nel 2010 il pronto soccorso è diventato un reparto di degenza. Mentre nel 2009 1.500 pazienti hanno sostato in pronto soccorso per oltre 24 ore, ogni giorno 5 pazienti che rimangono sulla barella per più di un giorno interno». Ed ecco il risultato. «I posti letto che si tolgono alla neurochirugia - spiega Schiavo - è come se li togliessero al pronto soccorso, perché se uno casca col motorino già avrebbe avuto difficoltà al pronto soccorso, da domani - dice - avrà ancora più difficoltà». La morale che «si va a calcare la mano su una situazione grave come una patologia neurochirugica con una problematica che parte dal personale e incide nella stessa direzione dei posti letto». Oggi il senatore Domenico Gramazio presenterà un'interrogazione per chiedere «come sia possibile che autonomamente un'azienda ospedaliera come il San Camillo Forlanini decida di cancellare o diminuire posti letto senza le dovute autorizzazioni regionali. «L'azienda ospedaliera San Camillo - anticipa Gramazio - è ormai avvezza a non rispondere in nessun modo alle disposizioni con le queli l'attuale governo della Regione Lazio ha disposto di non procedere in gare d'appalto e alla nomina di nuovi primari ospedalieri, così come sta avvenendo per quanto rigurda la cardiologia, dove si sta bandendo un ennesimo concorso per portare da fuori Lazio un nuovo primario in un'azienda ospedaliera che ha già tre primari di cardiologia».