Task force per la Pineta
Quando, nella torrida estate di due anni fa, scoppiò l'incendio che devastò oltre ottanta ettari di Pineta, tra la gente di Castel Fusano c'era un'indignazione vera, profonda. Oltre al fumo, che si respirava inevitabilmente, quel 26 luglio 2008 nell'aria c'era ben altro: un coro unanime di «L'avevamo detto noi, quante volte. La manutenzione non esiste, il sottobosco è una foresta incolta. Mai qualcuno che si curi dello sfalcio dell'erba. Ed eccoci qui, a piangere un dramma che si poteva evitare». L'anno scorso, grazie a un piano antincendio che coinvolse carabinieri, polizia e corpo forestale, le cose cambiarono e su oltre mille ettari di area verde si contarono solo 16 piccoli focolai: lo 0,3% di roghi rispetto ai 24,2 ettari bruciati nel 2004. Da ieri è partito un nuovo piano che si concluderà il 30 settembre. Una task force composta di personale addestrato alla sorveglianza e allo spegnimento degli incendi e di volontari di 61 associazioni di protezione civile. Oltre, com'era già in passato, dalle forze dell'ordine che pattuglieranno la Pineta a cavallo e dagli uomini della forestale che si divideranno il controllo dei quattro quadranti in cui è stato diviso il polmone verde. Saranno, invece, gli agenti della provinciale e quelli della municipale a vigilare su un quinto quadrante, quello della Pineta delle Acque Rosse. «Certo dovrà essere migliorata la comunicazione tra i vari enti chiamati a intervenire – puntualizza Tommaso Profeta, direttore della Protezione Civile – ma ci stiamo lavorando». Non va dimenticato, infatti, che nel 2008, scoppiato il rogo, si scatenò una polemica non indifferente sul ritardo nelle operazioni di spegnimento dovuto – si diceva allora – proprio a un imperfetto coordinamento tra le forze in campo. Sei autobotti, tre del servizio giardini, tre dei volontari, funzioneranno nelle operazioni di spegnimento. I pick-up, i mezzi leggeri, e l'elicottero saranno i «guardiani». Tre presidi fissi del volontariato si aggiungeranno alla postazione fissa, all'interno della Pineta di Castel Fusano, della Guardia Forestale. Una terza telecamera a Castel di Guido permetterà la triangolazione con le altre due già esistenti e la possibilità di un intervento in tre minuti grazie anche a mille sensori rilevatori di fumo. Strumenti possibili grazie a una convenzione di 107 mila euro che comprende sia il servizio antincendio sia l'attività di volontariato per monitorare la Pineta fino a dicembre. Con novemila euro in più si è pensato anche ai bagni pubblici, per i quali da tempo era attesa la ristrutturazione. Sorvegliati speciali anche le altre zone del litorale romano e le grandi direttrici dalla Salaria alla Salaria, dalla Togliatti all'Appia, l'area di Malagrotta e le principali ville storiche.