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Caravaggio strega i romani

Persone in coda per ammirare i capolavori di Caravaggio

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È record per la mostra di Caravaggio alle Scuderie del Quirinale, visitata da oltre 580 mila persone e che si è chiusa ieri sera alle 22 dopo una maratona di 36 ore. Una lunga notte di fila per ammirare i quadri del genio lombardo e che ha fatto registrare oltre 11 mila ingressi. Il pubblico della notte si è differenziato per fasce di età, dai più giovani e giovanissimi della mezzanotte ai più maturi dell'alba. E la coda è sempre stata consistente, ma nessuno ha desistito. Alla soddisfazione degli organizzatori, a partire dal presidente del Palaexpò Emanuele Emanuele, si è aggiunta quella dell'assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi. «A ventiquattro ore dall'inizio della maratona finale per visitare la mostra di Caravaggio, più di diecimila persone erano entrate alle Scuderie del Quirinale e la fila è continuata ininterrotta sotto il sole, come durante tutta la notte - ha commentato l'assessore - nei prossimi giorni verranno forniti i dati sul numero dei visitatori, i ricavi diretti e l'indotto sulla città. Intanto voglio sottolineare come questo evento e la settimana dell'arte contemporanea sono i due episodi di punta di un fenomeno più generalizzato che ha visto Roma teatro di una vitalità straordinaria nel campo della cultura». Ed è proprio nella cultura che l'assessore capitolino vede la chiave di volta per uscire dalla crisi economica. L'immenso patrimonio artistico e culturale che può offrire la Capitale necessita però di maggiore attenzione. «In questa straordinaria partecipazione alla mostra del Caravaggio c'è la chiarissima indicazione che la prima risposta alla crisi, sia per i suoi aspetti economici che per quelli morali - osserva Croppi - risiede negli investimenti culturali e che più è alta la qualità di questi, maggiore è la risposta e il consenso. Mi preme sottolineare questo - aggiunge - nel momento in cui il Parlamento sta lavorando a una impegnativa manovra Finanziaria e il comune si accinge a varare il bilancio: è proprio il momento difficile che il Paese e la città stanno vivendo che dovrebbe indurre a rivedere le priorità e considerare i soldi utilizzati in cultura non una spesa, ma un investimento e comprendere che la domanda che li sostiene non è opzionale ma è ai primi posti nella lista delle esigenze». Un appello chiaro, quello dell'assessore capitolino. Dalla cultura si può e si deve ripartire per rilanciare un indotto economico strategico non solo per Roma ma per l'intero Paese. Un rilancio, come sostiene Croppi anche, o soprattutto, morale.  

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