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Aborto, retromarcia del Grassi

La pillola abortiva Ru486

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Anche dopo l'emanazione del Protocollo operativo della Regione non si placa la polemica sull'utilizzo nel Lazio della pillola abortiva. Nell'occhio del ciclone c'è sempre l'ospedale Grassi di Ostia, che, dopo aver somministrato giovedì - ancora in assenza di linee guida regionali - la RU486 a una donna le cui condizioni di salute sconsigliavano l'aborto per intervento chirurgico, ha sospeso l'accoglimento di nuove richieste in attesa che Asp-Laziosanità individui le strutture idonne al ricovero obbligatorio. «Non si effettueranno altre interruzioni di gravidanza con trattamento farmacologico. Aspetteremo la lista delle strutture accreditate. Il problema per il Grassi sarà la carenza di posti letto: dovendo dedicare per legge una stanza alla paziente che decide di abortire con la Ru486 avremo di fatto due posti letto in meno», spiega il direttore sanitario Lindo Zarelli rispondendo alla denuncia di Gabriella Pacini, ostetrica dell'associazione Vita di Donna: «Una donna incinta di cinque settimane voleva al Grassi e le è stato detto di no». «È in corso un approfondimento. Stiamo lavorando per capire quali sono le strutture più idonee adatte alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 - spiega il presidente Asp-Laziosanità Lucio D'Ubaldo - Non mi pare che il comportamento (la somministrazione e soprattutto la dimissione della paziente giovedì ndr) del personale sanitario del Grassi sia censurabile». La sinistra radicale insorge. Giulia Rodano (Idv) e Angelo Bonelli (Verdi) parlano di «interruzione di pubblico servizio» e annunciano ricorso alla Corte dell'Aia. Secca la replica della Polverini: «Non si possono tollerare speculazioni». La governatriche ha inoltre contattato il Grassi per informarsi delle condizioni della paziente dimessa giovedì dopo un'ora dall'assunzione della RU486 e per chiedere che venga seguita costantemente. La donna sta bene ed è assistita dai medici, cui ha detto di essere «tranquilla, ma dispiaciuta del clamore suscitato da quanto le è successo. Nessuno ha tenuto conto che non avevo alternative». Oggi «lontano da occhi indiscreti» assumerà il Cytotec, compressa per l'espulsione dell'embrione, assistita dal suo ginecologo, quello dell'ospedale.

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