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Sgomberata la favela dell'acquedotto

Lo sgombero delle baracche a via del Mandrione, Roma.

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Ruggine, memoria e povertà hanno smesso di affollare gli archi secolari dell'acquedotto Felice a Roma, al Mandrione, un simbolo che da sempre ha accolto i personaggi più tragici della Roma pasoliniana, dagli sfollati dei bombardamenti agli zingari e alle prostitute. Fino a ieri, invece, nascondeva una comunità di immigrati romeni con le loro baracche, smantellate dopo l'operazione antiabusivismo delle polizia municipale all'alba di ieri. Lungo i due chilometri delle antiche mura antiche dell'acquedotto si nascondeva una favela di disgraziati e derelitti che si ostinano a una vita normale, arroccati in un angolo nascosto tra i reperti archeologici e i binari della ferrovia. Cancelli a chiudere le volte dell'acquedotto, carta da parati a rivestire gli archi ciechi: le vestigia romane stravolte da chi cerca disperatamente e s'inventa una casa. Le ruspe hanno scavato nella memoria dei racconti di Pier Paolo Pasolini, che qui si fermò più volte, ne scrisse e ambientò le indimentacibili scene di «Mamma Roma», protagonista Anna Magnani. Orti, galline, cani e baracche ci sono ancora. Mancano invece quei «ragazzini che mandano bacetti» sul «fango lurido», come descriveva il poeta-regista, rimpiazzati dalla schiena china di una quindicina di romeni che chiamano questo posto «casa». Le baracche, solo qualcuna in cemento, le hanno costruite con le loro mani, sfruttando legno e plastica, residui di elettrodomestici e un po' di fantasia. Ma anche grazie alla «complicità» dell'acquedotto, che finora aveva sempre reso invisibile chi lo popolava. Molte baracche, alcune di due piani, erano state costruite sotto le volte degli archi, diventati finestre sulla città Caput mundi. Mosche, insetti e cattivi odori hanno accolto gli agenti dell'VIII Gruppo.della polizia municipale. Rassegnati, gli immigrati hanno lasciato la favela. Un omone di quarant'anni, vecchio inquilino dell'acquedotto, è scoppiato a piangere quando ha visto le sue poche cose a terra pronte e i fotografi che le immortalavano. Ora gli occupanti abusivi verranno alloggiati in alberghi a spese del Comune. Dietro l'acquedotto, tra i rifiuti, c'è chi pensava di aver raggiunto un sogno. Fuori ci sono anche dei vasi con dei fiori, l'ostinazione alla normalità.  

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