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"Picchiato col manganello". La polizia nega

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Una serata tra locali con un amico terminata prima contro le vetture parcheggiate. Poi con l'arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e alcuni colpi di manganello. E alla fine il processo per direttissima. Si tratta di ciò che ha passato un 47enne tra la notte di domenica e la mattina di lunedì per aver alzato un po' troppo il gomito per festeggiare il suo compleanno con un amico di 34 anni. Al centro di questa vicenda, però, ci sono i presunti colpi inferti a S.P. dagli agenti della Polizia di Stato intervenuti dopo l'incidente avvenuto in via dei Cerchi. «Mi hanno legato come una soppressata», ha detto l'uomo davanti al giudice in aula, sostenendo anche che prima di arrivare in ospedale è stato colpito più volte con il manganello, tanto da fargli uscire il sangue dall'orecchio e lasciargli diverse ecchimosi sulla schiena e sulle braccia. Decisamente differente, invece, la versione fornita dagli agenti, secondo i quali una volta sul posto, i due amici davano in escandescenza e sia loro sia i sanitari del 118 hanno avuto difficoltà a calmarli prima di portarli al Fatebenefratelli. L'indagato, comunque, ieri all'ora di pranzo si è presentato all'ospedale Pertini. Nella cartella clinica i medici hanno scritto che il paziente ha raccontato di essere stato aggredito. I sanitari, al termine degli accertamenti, hanno dichiarato che è stato «aspirato materiale ematico dal condotto uditivo esterno di sinistra. All'ispezione del volto sono presenti segni di ecchimosi dell'emivolto di sinistra come esiti di percosse», stabilendo una prognosi di sette giorni. Ma anche i due agenti sono andati in ospedale, dove i medici hanno stabilito per entrambi una prognosi di cinque giorni per le lesioni riportate durante l'intervento. Il 47enne, assistitito dall'avvocato Pina Tenga, si dovrà presentare il prossimo 6 luglio davanti al giudice per il processo, dopo essere stato rimesso in libertà. L'altro amico, invece, è stato condannato a tre mesi di carcere, pena sospesa. «Mi lascia perplesso quanto dichiarato da uno degli agenti in aula, che ha detto di aver colpito il mio assistitito con lo sfollagente nella medicheria dell'ospedale. Mi sembra a dir poco incivile, lo potevano sedare invece di colpirlo e comunque mi domando allora come sia stata provocata la ferita all'orecchio», ha detto il penalista.

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