"No ai tassisti terremotati"
Il Comune apre le porte della città ai tassisti aquilani ma i colleghi capitolini storcono la bocca. Il Campidoglio dà la possibilità a coloro che hanno una licenza rilasciata a L'Aquila di venire a lavorare per un anno nella Capitale. Un modo per «sostenere la grave situazione occupazionale» che si è verificata nel capoluogo abruzzese dopo il terremoto dello scorso anno. Ma i conducenti romani non alzano le barricate. «È assurdo - dice il presidente di Uritaxi Loreno Bittarelli - siamo già troppi (quasi 8.000). Restiamo vicini ai nostri colleghi aquilani ma crediamo che se il Comune li volesse aiutare davvero dovrebbe sostenerli a casa loro. Inoltre non mi pare si consideri un aspetto importante: se loro verranno qua, chi resterà a fare il tassista a L'Aquila?». Ma i numeri non sono così preoccupanti. I conducenti con licenza rilasciata nel capoluogo abruzzese, infatti, sono solo 25. Al momento ha aderito un solo tassista. Insomma, non si preannuncia come una vera e propria calata dei barbari. Tra l'altro, il tempo non è molto. La delibera approvata dalla Giunta capitolina stabilisce il 15 giugno come termine ultimo per fare domanda. Il Campidoglio ha preso questa decisione dal momento che «continuano a sussitere molteplici difficoltà che ostacolano la ripresa graduale della loro economia, nostante la categoria abbia cercato di riprendere l'ordinaria attività, anche mediante la realizzazione, a proprie spese, di un nuovo centro radiotaxi». Tra un anno la Giunta potrà decidere di prorogare per altri dodici mesi la licenza. I conducenti delle auto bianche che sceglieranno di trasferirsi dall'Abruzzo dovranno adeguarsi alla normativa in vigore a Roma e alle tariffe previste. Tariffe che proprio oggi verranno discusse in Consiglio comunale. All'esame dell'aula le nuove regole decise in Giunta nel marzo scorso che prevedono l'aumento di 5 euro per le tratte aeroportuali (Fiumicino 45 euro, Ciampino 35) e l'introduzione della tariffa progressiva che, in pratica, si calcola sul tempo impiegato e la distanza percorsa. Le corse brevi costeranno di più, quelle lunghe di meno. In media, si dovrebbe spendere circa il 10% in più. Ma la discussione in Consiglio si preannuncia irta di ostacoli. A difendere gli aumenti, infatti, è rimasto solo il Pdl. Nettamente cotntrari Udc, Pd e La Destra.