Zebre sbiadite, incroci a rischio

Sbiadite, cancellate, informi macchie bianche che si confondono con l'asfalto o con i sampietrini. Trovare a Roma un attraversamento pedonale ancora integro e ben visibile che non sia stato cancellato dalla pioggia, dalla rottura dell'asfalto, dalla presenza di sampietrini, è come vincere la lotteria. Più facile non vedere una striscia pedonale, dunque, che vederla, in una città attraversata in lungo e in largo da milioni di veicoli ogni giorno e dove i pedoni rischiano non poco spesso la vita per superare un incrocio. Da Prati Fiscali a piazzale Flaminio, passando per Corso Francia, Parioli, fino ai quartieri più periferici, sono migliaia gli attraversamenti pedonali a rischio dove non si interviene da tempo, per carenza di risorse e mancanza di interventi programmati, o dove, anche quando si interviene, la durata di una zebra non supera i cento giorni. Quando a complicare le cose non ci si mettono i centinaia di minicantieri aperti ogni giorno e subito richiusi per la manutenzione della rete elettrica, del gas, per il ripristino dei marciapiedi: si scava, si effettuano i lavori, si richiude, si rimette a posto il manto stradale, ma non si ridisegnano le strisce nel punto in cui erano prima perché i lavori spettano a un'altra ditta che non è la stessa che ha effettuato l'opera. I casi più eclatanti? In via Cipro alcuni residenti reclamano interventi sulle strisce pedonali a rischio che sono stati effettuati, ma che poi a causa di alcuni minicantieri aperti per ripristinare tubature del gas, si sono rilevati inutili visto che le strisce a ridosso di questi lavori non si notano praticamente più. Stesso discorso per via Angelo Emo, una delle poche strade a Roma dove la vernice di colore azzurro le rendeva ben visibili. Aperto un piccolo cantiere nei pressi di queste strisce, di metà di loro non c'è più traccia. Così come sono sparite quelle a ridosso dei marciapiedi oggetto di intervento di ripristino. La scena che si ripete in quasi ogni angolo delle strade è il pedone fermo sul ciglio della strada intento a guardare da una parte all'altra per cogliere il momento più adatto e attraversare. Succede, ad esempio, in viale Jonio zona Prati Fiscali. Le strisce sono quasi del tutto cancellate, l'asfalto si è sgretolato e arrivare dall'altra parte della strada è un'impresa. Su viale Somalia, all'incrocio con via Salaria, stessa scena. Da strisce a macchie di vernice: svoltando dal lungotevere Arnaldo da Brescia per via Ferdinando di Savoia, in terra restano solo delle chiazze. Così come se si cambia quartiere, a Trastevere, abbiamo contato in pochi minuti 14 attraversamenti pedonali mangiati dall'asfalto e praticamente invisibili alle auto. L'elenco potrebbe essere infinito calcolando tutte le strade più periferiche dove i Municipi lamentano una carenza di risorse che rende impossibile l'intervento anche sui casi più eclatanti. Il Comune ha deciso allora di passare ai fatti e dopo aver individuato, insieme alla Fondazione Ania, 80 tra gli attraversamenti pedonali più a rischio, sta provvedendo a dotarli di una speciale vernice ad alta visibilità (vale a dire anche di giorno e sotto la pioggia) pensata per durare nel tempo. Altra caratteristica è quella di non essere scivolosa come la vernice tradizionale, piaga soprattutto per i motociclisti. È comunque un buon inizio.