Ora basta con le mozioni fantasma
Trenta su trentuno. Un record per il Consiglio comunale, che ha votato ieri, quasi tutti all'unanimità gli atti di indirizzo politico al sindaco e alla giunta. Si va dall'intitolazione di una strada a Hiroshima e Nagasaki alla mediazione per la vertenza degli inquilini Enpam, dal crocefisso nelle scuole alle politiche per la partecipazione dei giovani alla vita politica o alle iniziative contro l'omofobia. Quattro ore di discussione e votazione degli eletti all'assemblea capitolina per quelle mozioni fantasma delle quali nessuno praticamente sa che fine facciano o, peggio, finiscono nell'oblio addirittura di chi le ha proposte, tanto che si finisce per riproporle nuovamente dopo qualche mese, come, tra gli altri il caso degli inquilini Enpam. Un'attività quella dei consiglieri capitolini della quale, così com'è da almeno un decennio, se ne farebbe volentieri a meno. La mozione, infatti, è diventata ormai strumento di politica non verso il sindaco o la giunta ma verso i propri quartieri ovvero i propri elettori. Ma per capire di più sulla fine delle mozioni ben 15 consiglieri, su proposta del vice presidente del Consiglio comunale del Pd, Mirko Coratti, hanno firmato la richiesta al sindaco di andare in aula a riferire sull'attuazione degli atti di indirizzo indicati dal Consiglio comunale. A firmare la richiesta che obbliga a questo punto il sindaco a riferire in aula, oltre ad alcuni consiglieri del Pd, Maria Gemma Azuni del Gruppo Misto, Gianluca Quadrana della Lista civica Rutelli, Francesco Storace de La Destra, Gilberto Casciani (Amore per Roma), Tonino Torre (Lista civica Alemanno). «Il problema non è solo quello delle mozioni - spiega Coratti - ma di un lavoro del Consiglio comunale che non può limitarsi a questo. Basti citare qualche numero, nei 20 mesi di governo Alemanno, il Consiglio comunale ha approvato 225 delibere, 136 mozioni e 207 ordini del giorno. Nello stesso periodo sotto Veltroni sono state approvate 473 delibere, 408 ordini del giorno e 175 mozioni. Vale a dire quasi il doppio delle delibere e quasi lo stesso numero di mozioni. È evidente che c'è qualcosa che non funziona, vuoi per problemi all'interno di maggioranza vuoi per una produzione di atti da parte della giunta troppo esigua. Si produce poco e questo è un ottimo assist per chi vuole tagliare le indennità degli eletti negli enti locali».