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Ville e parchi vere oasi antistress

Le domeniche del picnic

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Le note di «Stranger in the night» suonate da una tromba di un signore di mezza età fanno da spola tra la terrazza più famosa della Capitale, quella del Pincio, e la fontana dell'orologio ad acqua del 1873. È Villa Borghese, il parco più conosciuto di Roma e il terzo più grande della città, preso d'assalto nella prima domenica di «piena» estate. Bambini, turisti, anziani, giovani a spasso con il cane. I grandi viali di Villa Borghese sono presi d'assalto. C'è chi passeggia, chi preferisce i pattini o i risciò ma c'è anche chi preferisce leggere giornali su una panchina o godersi il sole distesi sull'erba. È il «popolo verde», quello che preferisce la tranquillità di alberi, prati e laghetti al caos della sabbia, degli ombrelloni e, non ultimo, del traffico del rientro in città. Così Villa Borghese, Villa Ada, Villa Pamphili, l'Appia Antica, il Parco della Caffarella, il laghetto dell'Eur, sono sempre più protagonisti delle domeniche d'estate, nell'attesa delle agognate vacanze. Villa Borghese, appunto, dove l'offerta va dalla semplice passeggiata a piedi tra alberi secolari e piante rare a un giro in barca tra papere, anatre e la possibilità di vedere decine di tartarghe dalle guance rosse che fanno avanti e indietro tra l'acqua e le piccole rocce dove prendono comodamente il sole. Ancora, il museo Bilotti, la Galleria Borghese, il Bioparco possono dare quel tocco di cultura che in una città come Roma non manca mai. Non sorprende dunque l'assalto al grande parco nel cuore del centro storico, dove anche i turisti passeggiano a decine. Più romani, invece, a Villa Pamphili che con i suoi 180 ettari è il «polmone» più grande della città. Tra la villa, il lago, la quercia gigante i bambini giocano a pallone, ragazzi che corrono e fanno ginnastica, intere famiglie che pranzano al sacco all'ombra degli alberi. La stessa scena si ripete a Villa Ada, mentre sull'Appia Antica è soprattutto la bicicletta a farla da padrona tra ruderi e ciottoli della Roma imperiale. Un pubblico più «adventure» per l'Appia Antica, dove a differenza delle ville storiche capitoline, è più rurale e dunque offre meno servizi. A seconda delle tratte, ad esempio, occorre percorrere diversi chilometri anche solo per rimediare una bottiglietta d'acqua o per trovare una fontanella, mentre i servizi igienici sono praticamente insesistenti se si escludono i pochissimi bar che si trovano poi tutti a ridosso del mausoleo di Cecilia Metella, poi fino a Tor Carbone e oltre solo un paio di fontanelle. Un percorso per «atleti» quindi che vale però la meta finale, la splendida Villa dei Quintili, dove in un paesaggio ancora fedele all'antica campagna romana si può ammirare tutto il fasto dei consoli imperiali.

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