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"Royalties per spot e foto dei nostri tesori"

Il Campidoglio

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Estendere le prerogative della legge Ronchey anche ai beni artistici degli enti locali. È la proposta lanciata dall'assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi, nella settimana che si è appena chiusa e in cui è stata presentata la manifestazione «Rock City». «La legge Ronchey prevede il versamento di una tassa per l'utilizzazione di beni artistici dello Stato. È una quota fissa ma valida solo per i beni artistici statali. Per esempio se voglio utilizzare l'immagine della Venere di Botticelli si paga la tassa agli Uffizi - spiega l'assessore - ma se si vuole utilizzare l'immagine del Marc'Aurelio il Comune di Roma non può pretendere nulla. Io sto chiedendo di estendere le prerogative della Legge Ronchey agli enti locali. Non so se la legge Ronchey contempli i monumenti esterni. Ma io vorrei estenderla anche a loro». E, ricorda Croppi, la «prima cosa fatta da Assessore fu proprio quella di rivedere la tariffazione sul'utilizzo della Fontana di Trevi, due anni fa era di 5 mila euro oggi è di 100 mila». Non solo cinema però. «Tra spot pubblicitari e televisione, si fa un uso continuo dello sfondo degli acquedotti - ha poi puntualizzato il presidente del X Municipio, Sandro Medici - il mio è un appello all'ente Parco dell'Appia Antica affinché si depositi una quota sul territorio per investirla sulla manutenzione del parco stesso». Nessuno però prende royalties, «ahimè - replica ancora l'assessore Croppi - questo patrimonio immateriale non ha formule in questo senso. La materia è complessa. Gli acquedotti sono patrimonio dello Stato. Per i beni architettonici esiste una protezione di legge ma quasi mai applicata».

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