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Municipi, rivolta per lo stipendio

Un momento della protesta sotto a un municipio di Roma

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Meno di seicento euro al mese per lavorare alle commissioni, presenziare alle sedute dei consigli, tenere i circoli aperti, rispondere ai cittadini e mediare con i livelli «superiori» per ottenere risposte concrete nel territorio. Sono i consiglieri municipali, un piccolo «esercito» di 494 eletti che girano dalla mattina alla sera nei quartieri e che ora rischiano di non avere più neanche quel magro compenso con il quale pagarsi il cellulare. Un affronto alla dignità, non solo politica, al quale si ribellano i consiglieri municipali, di tutti i partiti che sono pronti anche allo sciopero. Braccia conserte e saracinesche abbassate nei parlamentini locali, nei circoli, nelle sezioni. «Sulla questione gettoni di presenza la nostra battaglia non si fermerà di fronte ad alcuna rassicurazione di parlamentari, - annunciano Augusto Santori e Marco Giudici, rispettivamente consiglieri Pdl del XV e XVI Municipio - siamo dunque pronti a proclamare uno sciopero di tutte le sedi politiche, siano queste sezioni, circoli o club, in difesa del grande patrimonio umano, politico e sociale di militanti, simpatizzanti e semplici cittadini i quali, grazie al lavoro quotidiano dei consiglieri municipali, riescono a resistere con orgoglio nonostante l'enorme tasso di sfiducia di cui gode oggi la classe politica nazionale. In queste ore poi ci sono molti contatti in corso con altri colleghi di Roma, Napoli e Milano – proseguono Santori e Giudici – con i quali stiamo lavorando per organizzare manifestazioni a carattere nazionale, affinché non soltanto si pervenga alla completa tutela dei rimborsi previsti per i consiglieri di quartiere, ma anche per una effettiva rimodulazione dei poteri delegati ai rappresentanti locali, ad oggi quasi nulli». Diverse dunque le forme di protesta che stanno studiando in queste ore i consiglieri municipali di tutta la Capitale. In XI Municipio, guidati da Andrea Catarci, gli eletti nel parlamentino dell'Ostiense sono pronti, insieme ai colleghi di altri municipi, a mantenere aperte le proprie stanze ad oltranza, «in una maratona democratica - ha spiegato Catarci - per affermare la volontà di continuare ad esercitare il ruolo, insostituibile, di governo locale». I parlamentari romani sono comunque a lavoro per scongiurare il taglio delle indennità del primo, vitale anello della politica, quello appunto dei Municipi. A loro l'onere di salvarlo.

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