Non valide le promozioni alla Regione Lazio
Loha stabilito la Corte costituzionale nel giudizio di legittimità promosso dal presidente del Consiglio dei ministri. Oggetto di censura era la disciplina introdotta con la legge della Regione Lazio 14 del 16 aprile 2009; nel merito, la Corte costituzionale ha ritenuto fondate le censure mosse con riferimento al principio del concorso pubblico che non sarebbe stato previsto nel caso specifico. Secondo la Suprema corte, con la legge regionale contestata, alcune categorie di dipendenti, già inquadrati secondo le qualifiche avute nell'Ente di provenienza e quelle proprie dell'ordinamento regionale «hanno ottenuto - si legge nella sentenza - una revisione di tale inquadramento, sulla base di un criterio più favorevole, fondato sui titoli posseduti ad una certa data e, in particolare, sull'anzianità di servizio». E questo «ha prodotto una situazione di 'sperequazionè rispetto ai dipendenti che non hanno potuto beneficiare di tale più favorevole criterio di inquadramento». «Secondo giurisprudenza consolidata, per i giudici, il concorso pubblico per il reclutamento nelle amministrazioni pubbliche è necessario «non soltanto nelle ipotesi di assunzione di soggetti precedentemente estranei alle pubbliche amministrazioni», ma anche «nei casi di nuovo inquadramento di dipendenti già in servizio».