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Il maltempo rovina la festa del Corpus Domini

Papa Benedetto XVI

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«Il sacerdozio di Cristo comporta la sofferenza». Benedetto XVI scandisce queste parole di fronte a una basilica di San Giovanni in Laterano gremita, nonostante il maltempo. Una folla che era pronta a riversarsi nelle strade per la tradizionale processione del Corpus Domini che da San Giovanni in Laterano si snoda per la città fino all'altra basilica di Santa Maria Maggiore, percorrendo via Merulana. La processione è stata annullata a causa del maltempo. Così come la Messa di Benedetto XVI, inizialmente prevista sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano, è stata spostata all'interno della basilica. Roma perde così uno dei suoi avvenimenti più sentiti e tradizionali. Il Corpus Domini si festeggia il giovedì della II settimana dopo Pentecoste. Ma - come per altro per la festa dell'Ascensione - in quasi tutte le diocesi italiane la festa è stata spostata alla domenica successiva.  Il Corpus Domini si celebra invece di giovedì nei Paesi dove è festa civile: nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Croazia, Polonia, Brasile, Austria e a San Marino. E si celebra di giovedì, come da precetto, anche in Vaticano: viene da qui la tradizionale Messa con processione del Papa. L'anno scorso, ad accompagnare il Papa in processione erano migliaia di persone. Secondo tradizione, la processione si sarebbe dovuta snodare secondo un ordine definito: confraternite e sodalizi, associazioni eucaristiche, gruppi parrocchiali, Cavalieri del Santo Sepolcro, religiose, religiosi, seminaristi, sacerdoti, parroci, cappellani e prelati di Sua Santità, vescovi e arcivescovi, cardinali. Un colpo d'occhio sicuramente suggestivo, impedito ieri dall'improvviso maltempo. Il Papa resta in Laterano anche per la tradizionale benedizione che in genere pronuncia da Santa Maria Maggiore. Benedetto XVI dedica la messa al ruolo del sacerdote. Si è, in questo momento, quasi al termine dell'anno sacerdotale, e ci si trova di fronte a una Chiesa ferita dagli scandali degli abusi e decisa a purificarsi. Essendo una celebrazione di stampo tipicamente cittadino, a volte il Papa può decidere di dedicare parte dell'omelia alla città di Roma. Non è questo il caso. L'opera del sacerdote, spiega il Papa, è diretta a «trasformare il mondo con l'amore di Dio». «La passione è stata per Gesù come una consacrazione sacerdotale - dice il Papa -. Egli non era sacerdote secondo la Legge, ma lo è diventato in maniera esistenziale nella sua Pasqua di passione, morte e risurrezione: ha offerto se stesso in espiazione e il Padre, esaltandolo al di sopra di ogni creatura, lo ha costituito Mediatore universale di salvezza». Nelle parole del Papa si legge anche il chiaro indirizzo che ha voluto dare alla Chiesa per superare le ferite del suo stesso peccato: l'auspicio è che il periodo di crisi sia una passione dalla quale risollevarsi attraverso la purificazione. Nel Sacramento dell'Eucaristia - spiega il Papa - è presente «lo stesso Sacrificio» che si è compiuto «in modo cruento sulla Croce». «Possiamo dunque concludere - ha proseguito - che Cristo è stato sacerdote vero ed efficace, perché era pieno della forza dello Spirito Santo, era colmo di tutta la pienezza dell'amore di Dio, e questo proprio nella notte in cui fu tradito, proprio nell'ora delle tenebre». Anche all'interno del Tempio di Gerusalemme, «Gesù non viene riconosciuto come un Messia sacerdotale, ma profetico e regale». Perfino la sua morte «non aveva nulla dei sacrifici antichi, anzi, era tutto l'opposto: l'esecuzione di una condanna a morte, per crocifissione, la più infamante, avvenuta fuori dalle mura di Gerusalemme». Gesù, conclude il Papa, «è diventato sommo sacerdote per avere egli stesso preso su di sé tutto il peccato del mondo, come Agnello di Dio», vivendo il suo sacerdozio «secondo un ordine profetico, dipendente soltanto dalla sua singolare relazione con Dio».

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