Eppure due mesi fa sembrava tutto risolto
All'allarme,o meglio, alle precisazioni dei giorni scorsi del presidente di Gemma spa, Renzo Rubeo, si aggiunge ora il rammarico non solo per la chiusura della società ma anche per le motivazioni. «In merito a quanto sostenuto dal sindaco Alemanno e cioè che il il "capitolo Gemma è chiuso", facendo riferimento ad imprecisate, quanto sibilline, indicazioni provenienti dalla magistratura - commenta Rubeo - non posso non esprimere il mio sconcerto e la mia diffidenza quale presidente di Gemma spa, per la circostanza che il sindaco sia in possesso di notizie evidentemente diverse da quelle che ho io, altre persone e la sua Giunta, che risultano iscritte nel registro notizie si reato per fatti che nulla hanno a che vedere con il contratto. Non vi sono infatti indagini che hanno coinvolto Gemma in quanto tale e l'avviso di garanzia cui forse si riferisce Alemanno - precisa il presidente della società - riguarda fatti per i quali si confida, in tempi celeri nell'insussistenza di rilevanza penale e dunque un'archiviazione. Attesa la gravità delle dichiarazioni rese, sia per l'immagine della società che per la mia reputazione e di quanti lavorano con me, mi riservo di tutelare i miei interessi e quelli della società nelle opportune sedi giudiziarie. Preciso inoltre che Alemanno evidentemente non è bene informato sulle inadempienze dell'amministrazione comunale che, di fatto, hanno costretto la Gemma spa a sospendere i servizi per lo stesso Comune». Parole chiare quelle di Rubeo che si scontrano con quell'alone di mistero sempre presente intorno all'Ufficio Condono edilizio. Un mistero sui dati, sulle pratiche, sulle vertenze aperte, chiuse e poi improvvisamente riaperte. E la decisione del Campidoglio di rescindere il contratto e, addirittura, di vincolare i 40 milioni di credito che vanta la società nei confronti del Campidoglio «all'esclusivo» pagamento dei salari dei dipendenti non aiuta a fare chiarezza. Ma soprattutto tornano le parole di meno di poco più di due mesi fa dell'assessore all'Urbanistica, Marco Corsini che «ufficialmente» detiene ancora la delega all'ufficio condono, eppure tace nel momento più buio per lavoratori e società. Il 19 marzo in un'apposita conferenza stampa alla quale partecipò anche il nuovo direttore dell'ufficio condono, Giancarlo Matta (il quinto in pochi anni) si parlava, dati alla mano, di «rivoluzione» dell'ufficio condono. «Ci siamo ritrovati con un arretrato di oltre 260 mila pratiche e una media di lavorazione che nel 2007 ha toccato il fondo, con soltanto 1.200 concessioni lavorate - ricordava Corsini - rivisto il contratto con Gemma e, dopo un primo periodo di assestamento, dovuto anche a conflitti interni all'ufficio, ora finalmente si è sbloccato il lavoro e i numeri parlano chiaro: dal primo gennaio a oggi (meno di tre mesi ndr) sono state espletate circa 22 mila pratiche e le casse capitoline possono contare almeno su 10 milioni "figurativi", ovvero l'incasso presunto per le 22 mila pratiche già collaudate. Sono convinto che questo modo di lavorare vuol dire amministrare senza favorire nessuno - concludeva Corsini - anche se è molto più comodo non gestire una città». Possibile che in meno di tre mesi sia cambiato così tanto? Sus. Nov.