Altri tagli alla rete ospedaliera
La scure della Regione potrebbe tagliare nuovi ospedali e posti letto. Il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera presentato lunedì al governo dalla governatrice Renata Polverini in qualità di commissario ad acta potrebbe riservare ulteriori sorprese: se i tecnici di Tesoro, Welfare e Sanità dovessero giudicarlo «troppo morbido» nel corso dell'anno la Regione potrebbe effettuare ulteriori tagli. A prevederlo è lo stesso decreto di riorganizzazione della rete: «Ulteriori riconversioni saranno valutate e ricomprese nei successivi atti di riordino da emanarsi nel corso del 2010». Nel mirino i 16 piccoli ospedali di provincia scampati alla chiusura (tra questi Marino e Subiaco) e che potrebbero ancora veder «disattivata l'attività per acuti». Per il momento è solo un'ipotesi, prevista, tuttavia, nel caso in cui Palazzo Chigi dovesser richiedere ulteriori ritocchi per sbloccare gli oltre 420 milioni di fondi Fas ed evitare l'aumento delle addizionali regionali Irpef e Irap. Intanto, il piano di riordino della rete ospedaliera continua a fare discutere. Per il sindaco di Roma Gianni Alemanno «c'è il massimo sforzo per garantire tutti i posti letto e per fare ristrutturazioni e specializzazioni, non cancellazioni per la sanità a Roma». E mentre il Pdl e il presidente del Consiglio regionale Mario Abruzzese plaudono ai dodici decreti, l'Udc resta cautico, per bocca del capogruppo alla Pisana Aldo Forte: «Stiamo valutando contenuti ed effetti». Per il Partito democratico invece i provvedimenti sono «tardivi e a rischio bocciatura», come ha sostenuto Enzo Foschi. A non convincere il centrosinistra è soprattutto il criterio di ridefinizione del territorio, con la suddivisione del Lazio in quattro macroaree «omogenee» per numero di abitanti (circa 1,5 milioni) e «autosufficienti» per servizi sanitari (tutte rispettano il parametro nazionale di 4 posti letto ogni mille abitanti e hanno almeno un Dea di secondo livello). Come si evince dalla foto, le macroaree (propedeutiche all'accorpamento delle Asl da 12 a 8 prima e da 8 a 4 in un secondo momento) rafforzano il ruolo centrale di Roma, creando di fatto una Asl del litorale accorpandovi Latina; fondendo Roma Nord, Rieti e Viterbo; accorpando Roma Est a Frosinone e all'area di Tivoli e Guidonia. «Territori troppo diversi tra loro», secondo il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino. Per quanto riguarda i tagli, a essere riconvertiti (nel grafico tutti i dati di Roma e provincia) saranno 752 posti letto, a fronte dell'attivazione di 384 day hosputal e day service. Entro il 31 dicembre chiuderanno gli ospedali di Ceccano, Rocca Priora, Zagarolo, una parte del Cpo di Ostia, Ariccia, Sezze, Gaeta, Montefiascone, Ronciglione e Amatrice. Le Asl dovranno trasferire l'attività per acuti in altre strutture e riconvertire i locali in presidi territoriali, poliambulatori e strutture assistenziali. Intanto ieri la Polverini - convocata dal presidente Leolica Orlando a riferire sul piano di rientro alla commissione d'inchiesta sugli errori sanitari e la causa dei disavanzi della Camera - ha ottenuto il parere favorevole dei sindacati ai dodici decreti commissariali. Un incontro «positivo» anche se giunto «un po' in ritardo», secondo le organizzazioni sindacali. L'accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Ugl e la governatrice prevede un confronto costante e l'attivazione sin dalla prossima settimana di tre tavoli tecnici riguardanti sanità, emergenza occupazionale e programmazione per i prossimi cinque anni di governo regionale. All'incontro hanno partecipato i quattro segretari generali regionali Claudio Di Berardino (Cgil), Franco Simeoni (Cisl), Luigi Scardaone (Uil) e Gianni Fortunato (Ugl). «L'incontro è andato bene anche se arriva un po' in ritardo rispetto alle intenzioni che avevo: la situazione di emergenza in cui abbiamo trovato la Regione e soprattutto l'essermi dovuta occupare del piano di rientro dal deficit sanitario mi ha sottratto del tempo - ha commentato la Polverini - Oggi ci siamo incontrati e abbiamo stabilito di proseguire con una certa urgenza». «Non è andato malissimo - ha detto Luigi Scardaone - visto che è iniziato con delle scuse anche se oggettivamente la governatrice poteva riceverci prima, come ha fatto con le associazioni della sanità privata». «Questo - ha aggiunto Franco Simeoni - è il primo incontro che arriva in ritardo rispetto alle nostre attese: essere messi in condizione di prendere solo atto di una decisione già presa non è il massimo. Sulla sanità noi ci aspettavamo di poter contribuire in qualche modo. L'incontro è stato però positivo: il confronto con la Polverini inizia oggi. Dobbiamo anche parlare di società e agenzie regionali». Per Di Berardino altre priorità sono «definire subito la legge su appalti, servizi e forniture» e finanziare «la legge sull'innovazione e sull'immigrazione».