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Corviale, l'Ater cerca invece di rivenderle con tutte le crepe

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Èstato detto che sarà un grande vantaggio per i residenti: «L'assenza di manutenzione può giustificare la vendita a prezzi più bassi di quelli di mercato». La realtà è che questa operazione nasconde un inganno per gli acquirenti. Indipendentemente dalla mancanza di umanità dell'edificio, va considerato che i pannelli prefabbricati in cemento armato delle facciate sono destinati ad avere vita breve. Esiste una vasta letteratura scientifica sulla durata del cemento armato, peggio ancora se lasciato «a faccia vista». Si pensa quindi di consegnare agli ignari inquilini - dietro pagamento - la «bomba ad orologeria» di un'edilizia destinata a scadere entro un trentennio, perché obbediente al Manifesto futurista: «i caratteri fondamentali dell'Architettura Futurista saranno la caducità e la transitorietà... le case dureranno meno di noi. Ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città». L'Ater ha dimenticato le parole di Pirani, progettista per conto dell'ICP che, già nel 1911 scriveva: «Non solo la casa "bella all'esterno e pulita all'interno" contribuisce all'elevazione delle classi che la abitano, ma un giusto impiego di materiali durevoli, quali i laterizi e le maioliche, porta ad una diminuzione nel tempo delle spese di manutenzione degli edifici, soprattutto quando si tratti di edifici a più piani riuniti in un isolato o in un quartiere urbano». I suoi edifici (Testaccio e San Saba), nati popolari, non hanno mai richiesto restauri, e oggi hanno prezzi da centro storico. Corviale va dunque sostituito con un'edilizia a dimensione d'uomo, realizzata con materiali durevoli ed ecologici, all'interno di una progettazione urbanistica che crei il senso di appartenenza per i residenti, cancellando per sempre la follia delle periferie dormitorio.

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