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Biglietti clonati, s'indaga sulla filiera

Mezzi pubblici

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Allarme clonazione a Roma. A rischio non sono le solite carte di credito, ma migliaia di biglietti di metro e autobus attualmente in circolazione. Dopo la denuncia di Massimo Cenci, segretario nazionale della Felsa Cisl giornalai e tabaccai, la Guardia di Finanza sta indagando sul sistema di produzione, distribuzione e vendita per capire dove possa essere la falla. L'ipotesi è che sia stato creato un vero e proprio mercato clandestino di biglietti taroccati. Un ticket falso, che ha un costo di produzione di circa dieci centesimi di euro, verrebbe immesso in circolazione al prezzo di un euro, con un guadagno netto del 90 per cento. Prima di arrivare nelle mani dell'utente finale infatti, il biglietto subisce una serie di passaggi di consegne tra gli attori della filiera. La Mecstar di Pomezia è l'azienda che si occupa della produzione. Lì vengono stampati i biglietti e corredati degli elementi che dovrebbero garantirne la validità e soprattutto la tracciabilità: la banda magnetica, il codice a barre, il numero di serie e, da pochi mesi, anche l'ologramma come sulle banconote. Anche se il progetto originale prevedeva la carta filigranata, mai realizzata. Da qui le serie passano nelle mani di Atac che le affida a quattro società di distribuzione: Servizi in rete, Special service, Dishop e Speedy service. A loro volta queste aziende possono usufruire di una rete di distributori ausiliari per smistare le partite di biglietti ai punti vendita, edicolanti e tabaccai. Una filiera lunga dunque da verificare periodicamente. Non tutti i biglietti però vengono prestampati. Ci sono anche quelli acquistati direttamente dalle «meb», le macchinette emettitrici che li stampano «espressi». Una garanzia contro la clonazione, costata cara però. Le stampanti all'interno delle meb vengono fornite ad Atac dalla Swecoin. Una fornitura di 55 unità costa 147.170 mila euro, poco più di 2.600 euro a stampante. Contattando la casa produttrice si scopre però che, a fronte di un prezzo che risulta superiore per singola unità - 3.100 euro - su un acquisto minimo di 50 pezzi si può usufruire di uno sconto del 50 per cento, per un costo finale di circa 85 mila euro. Alla fine, per 55 stampanti Atac spende ogni volta circa 60 mila euro in più. Soldi pubblici che se ne vanno, e non solo per i biglietti taroccati.

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