Arriva la task force antisprechi
Una serie di tagli «spalmati», una massiccia opera di riconversione che riguarderà soprattutto gli ospedali montani e di provincia e la creazione di una centrale antisprechi. È sostanzialmente questo il piano che stamattina Renata Polverini presenterà al governo per evitare l'aumento delle tasse e ottenere lo sblocco degli oltre 420 milioni di fondi Fas e il parziale pagamento degli 1,5 miliardi che Palazzo Chigi deve al Lazio. Un pacchetto di una decina di delibere sulle quali i tecnici della Regione hanno lavorato per tutto il fine settimana. La Polverini ha firmato il decreto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, ma le riunioni coi tecnici sono andate avanti tutta la notte per discutere di ulteriori tagli alle prestazioni. Neanche le strutture religiose usciranno illese. Una delle delibere conterrà il taglio del budget della sanità privata (4% per gli acuti e 10% per la riabilitazione). Un'altra prevederà «un nucleo di controllo e ispezioni per verificare dove le cose non vanno», ha annunciato ieri la stessa governatrice, che ha aggiunto: «Stiamo lavorando per incrementare gli strumenti di controllo e per incidere dove si annidano gli sprechi. La Regione ha un eccesso di ospedalizzazione». Insomma, i tagli ci saranno. Il piano non si scosterà da quello varato il 29 dicembre 2009 dal commissario Guzzanti e valido sino a fine anno, che prevede, peraltro, le linee guida del riordino della rete ospedaliera del 30 marzo. «Dobbiamo superare i prossimi sei mesi. Eredito una situazione più difficile di quanto potessi immaginare. Ma il piano andrà verso una razionalizzazione: non ci saranno chiusure, ma riconversioni e risposte sul territorio in ambito domiciliare», ha precisato la governatrice. Morale: per arrivare alla fine dell'anno e ridurre l'anticipazione di cassa delle banche, la Regione ha bisogno dei fondi Fas e del parziale sblocco dei crediti vantati nei confronti di Palazzo Chigi, in parte già erogati a Guzzanti (due tranche da 250 e 70 milioni). Per ottenerli dovrà presentare oggi un piano credibile e l'unico esistente è proprio quello di Guzzanti (che prevede anche l'accorpamento delle Asl romane: da 8 passerebbero a 4). Certo, le modifiche non mancheranno. Ma la sostanza è la stessa: lacrime e sangue. «Spero che la Regione oggi presenti un piano di riordino dettagliato, concreto e formalmente ineccepibile. Mi chiedo come sia possibile prepararlo in 48 ore», ha detto il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino. Il presidente di Asp-Laziosanità D'Ubaldo invece ha posto l'accento sugli ospedali religiosi: «Si addensano nubi scurissime sul Gemelli. I tagli che si annunciano metteranno alle corde l'ospedalità religiosa. È qui che si annidano gli sprechi?» «Nessun aumento delle tasse e nessun taglio, semmai riconversione. Coi privati si può aprire una trattativa per le Rsa», la replica del senatore Pdl Domenico Gramazio.