Suk in Tribunale, ecco il dossier

L'emergenza sicurezza intorno agli edifici del Tribunale più grande d'Europa continua a essere uno «scarcabarile». Da parte delle istituzioni c'è stato un botta e risposta. Avvenuto però esclusivamente dopo l'intervista de Il Tempo al presidente Paolo De Fiore. Parole che comunque non hanno portato, fino ad ora, ad alcun risultato. Tanto che le bancarelle e i camion in sosta vietata continuano ogni mattina a essere presenti nel perimetro del palazzo di giustizia. E nessuno ha ammesso l'esistenza di una comunicazione tra istituzioni per risolvere il problema. Ma ecco quali sono i documenti «incriminati». Nei giorni scorsi è stato dichiarato che tra il Tribunale, il Municipio XVII e il Comune non c'è stata alcuna corrispondenza per risolvere il problema sicurezza. «Non è mai pervenuta da parte del Tribunale alcuna lamentela in merito», ha detto tre giorni il presidente del Municipio XVII, Antonella De Giusti. Affermazione che è stata smentita dai consiglieri Pdl del Muncipio, secondo i quali, invece, «il Consiglio ha più volte segnalato le varie situazioni di disagio generate dai venditori ambulanti, in particolare a piazzle Clodio». Era il 26 maggio del 2009 quando il presidente del Tribunale Paolo De Fiore scriveva all'assessorato al Commercio del Comune, diretto da Davide Bordoni. Nella lettera veniva segnalata l'opportunità di gestire i banchi dei venditori ambulanti. «Le autorizzazioni, anche per motivi di sicurezza e di circolazione delle persone, non devono essere rilasciate per i luoghi adiacenti gli ingressi delle sedi del Tribunale e per il perimetro degli stessi». Dopo cinque mesi, era il 6 ottobre 2009, ecco arrivare la risposta da parte de Comune, Dipartimento VIII. «In considerazione dell'afflusso di persone nella zona, questo ufficio non ha ritenuto di addivenire ad altre concessioni magrado le richieste». Una risposta che comunque non farebbe riferimento alla sicurezza del perimetro e degli ingressi del Tribunale. Insomma, è da tempo che va avanti il botta e risposta tra politici sulla questione sicurezza. Ma fino ad oggi le risposte sono state vaghe, tanto da convincere il presidente del palazzo di Giustizia a rivolgersi al prefetto Pecoraro pe tentare di mettere la parola fine.