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Malumori a Cto e San Filippo "Così si amputa l'assistenza"

sanità

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C'è grande preoccupazione al Cto e al San Filippo Neri. Entrambi gli ospedali rischiano di essere declassati. Il primo di essere accorpato al Sant'Eugenio. Il secondo di essere riconvertito. Si saprà qualcosa di più del piano di riordino sanitario lunedì. Intanto, lungo le corsie dei nosocomi gli stati d'animo sono altro che sereni. «Non ne sapevamo nulla – dice il direttore sanitario del San Filippo Neri, Lorenzo Sommella – Di fronte alla notizia non possiamo che essere amareggiati e demotivati. Stiamo attuando una politica di rilancio per servire un'area che è grande quanto una cittadina. Non si può pensare a una riconversione». Dal 2008 a oggi nel nosocomio di Trionfale ci sono stati già adeguamenti di alcune attività e la riduzione di 150 posti letto. «Serve un piano di ampio respiro - aggiunge Sommella - non l'amputazione di specializzazioni e servizi». Anche al Cto alla Garbatella si sa poco e niente del futuro dell'ospedale. Ma la preoccupazione è alta. «Sono 5 anni che ci dicono che siamo a rischio, ma mai nessuna certezza» afferma il vicedirettore sanitario, Filippo Lauria.  «Il personale sente l'esigenza di rimanere in questa struttura» aggiunge il dottor Domenico Tremadio. «Siamo penosamente rassegnati – dice la caposala del poliambulatorio, Laura Giudice – Ma chi ne soffre di più è l'utenza, ormai disorientata». Quelli più preoccupati, infatti, sono i pazienti. C'è chi ha già risentito dei tagli ai posti letto, ad esempio in unità spinale, passati da 32 a 16. Giampiero Di Franco, 36 anni di Tivoli, è da 7 anni sulla sedia a rotelle a causa di un incidente stradale. Da luglio 2003 a gennaio 2004 è stato ricoverato all'Alesini e ancora oggi ha bisogno del reparto: «Dovrei essere ricoverato, ma non ci sono posti. Eppure il Cto è uno dei pochi ospedali che offre questo tipo di servizio». La moglie, Katia Sansone, è furiosa: «È una vergogna. Gli ospedali non bastano mai e pensano di chiuderli». Cauto il direttore sanitario dell'Asl Rm/C, Paolo Palombo: «Prima bisogna vedere il piano. Poi sarà possibile fare considerazioni». E rassicura utenza e sanitari: «Se si tratta di fusione tra Sant'Eugenio e Cto, quella già c'è stata».

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