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Irpef, Ici e turisti: arriva la stangata

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Campidoglio

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«Non c'è trippa per gatti». Così Alemanno riprende il motto dello storico sindaco Ernesto Nathan per sintetizzare la manovra di bilancio che si appresta a varare, entro luglio, alla luce della Finanziaria del Governo che prevede norme «speciali» proprio per Roma Capitale e per il suo debito record di 9,6 miliardi. Una manovra, anche per Roma, senza precedenti. A spiegarla nel dettaglio è stato lo stesso Alemanno, dopo aver sottolineato il successo per aver ottenuto non solo 300 milioni, invece dei 200 iniziali, ma sopratuttto per il fatto «che il finanziamento di Roma Capitale a copertura del debito sia strutturale e dunque garantito dal 2011 al 2046, per un totale di 10 miliardi e 500 milioni di euro, una misura questa - spiega il sindaco - che ci consente di fronteggiare il debito». E proprio dal ripianamento del debito occorre partire per comprendere il nuovo sistema tributario capitolino. Il piano di rientro prevede infatti «rate» da 500 milioni l'anno fino al 2046 per sanare il pregresso. Se lo Stato ci mette 300 milioni, spetta al Campidoglio repererire le risorse aggiuntive, cioè i duecento milioni mancanti. Per questo il Comune adotterà due misure «temporanee»: l'aumento dell'addizionale Irpef dello 0,4%o e che si attesterà in tal modo allo 0,9% (un aumento che va da 2,83 euro al mese per i pensionati a 83 euro al mese per i redditi di 250 mila euro); e l'introduzione di un'addizionale commissariale sui diritti di imbarco dei passeggeri in partenza dagli aeroporti della città di un euro a passeggero. «Con queste misure pensiamo non solo di coprire i duecento milioni mancanti - sostiene Alemanno - ma di ottenere anche delle risorse in più che potranno servire per il Comune o per far scendere la percentuale aggiuntiva dell'Irpef. È previsto infatti che per ogni 40 milioni di euro in più l'addizionale scenda dello 0,1%. Queste misure comunque verranno meno - assicura il sindaco - con l'entrata in vigore del federalismo fiscale che ci consente di recuperare risorse importanti anche, ad esempio, dall'Iva». Un sacrificio temporaneo allora per i romani, mentre le novità definitive riguardano i turisti e gli immobili sfitti per quanto riguarda le entrate aggiuntive e una riforma strutturale della complessa macchina capitolina in temini di riduzione di costi. Contributo di soggiorno, innanzitutto. Nonostante l'opposizione gridi allo scandalo (colpita forse da amnesia considerato che da quando era maggioranza aveva pronto un provvedimento simile) i turisti che vengono a Roma «e mi auguro in tutti i comuni italiani - ribadisce Alemanno - dovranno versare un contributo per i servizi della città. È un provvedimento sacrosanto e chi protesta fa demagogia ridicola. Naturalmente attiveremo subito un confronto con le categorie interessate, e la tassa sarà progressiva fino a un massimo di 10 euro, per ogni notte di soggiorno, per gli alberghi extra-lusso. Il contributo - precisa poi il primo cittadino - sarà richiesto a partire dal 2011 perché molti pacchetti turistici sono già venduti e sarebbe stato complesso introdurla ora. Agli albergatori garantiremo servizi migliori. Uno scambio insomma ci sarà». A dare le cifre sull'introduzione della tassa di soggiorno, il presidente della commissione Bilancio, Federico Guidi: «I dettagli sull'applicazione del contributo di soggiorno verranno discussi con le categorie , le stime comunque parlano di incassi tra i 64 e i 106 milioni di euro. Risorse da reinvestire nel settore turistico». Pagheranno anche i turisti dunque e con loro i proprietari degli immobili sfitti. L'aliquota Ici aumenterà del tre per mille attestandosi al 9,9 per mille. Allo studio degli uffici la definizione del tempo entro il quale considerare l'aumento dell'aliquota che potrebbe essere di due anni. Una misura utile per contrastare il mercato nero degli affitti. Anche il Campidoglio tuttavia farà la sua parte con le quattro delibere già votate in giunta e in commissione sul riordino della macchina capitolina e che prevedono tra l'altro, con l'introduzione della centrale unica degli acquisti, la riduzione delle società partecipate, un tetto massimo per i rimborsi dei permessi retribuiti riconosciuti agli amministratori. «Il bilancio che ci aspetta è difficilismo - conclude poi Alemanno confermando un disavanzo di 256 milioni - ma adesso il governo ci ha dato una solida base sulla quale lavorare e, come ho più volte detto, siamo a un anno di svolta. Con questa manovra riusciremo a portare in equilibrio in modo stabile il bilancio del comune».

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