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Se il biglietto da visita è scaduto

Una torre di controllo

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 Aeroporto Leonardo da Vinci. Arrivi internazionali. Lecito imbattersi, testimonianza di un'insolita efficienza, in qualcosa sulla candidatura di Roma per l'Olimpiade del 2020. Invece, luminosi, notte e giorno, dieci mesi esatti dopo la loro conclusione, enormi tabelloni annunciano al mondo la generosa ospitalità capitolina per la disputa dei Campionati mondiali di nuoto. Fin troppo facile ironizzare sul perpetuarsi nel tempo della manifestazione e sulla sua legittimità, considerato che la legge del 2006, aggiungendo altri stanziamenti a quelli previsti in precedenza da un decreto del Parlamento, autorizzava la spesa annua di un milione di euro, per quindici anni, per l'organizzazione, l'impiantistica e gli interventi infrastrutturali dei Mondiali del 2009. Come dire, che i tabelloni restino dove sono, visto che la disinvolta spalmatura dei finanziamenti, messa in atto con identica procedura e per le medesime finalità per i Giochi del Mediterraneo disputati nello stesso anno a Pescara, andrà ad essere definitivamente archiviata nel 2021. Ma in casi del genere l'ironia è fuori posto, perché la candidatura resa ufficiale qualche giorno fa pone Roma, una volta di più, sotto lo sguardo del mondo.

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