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Roma Capitale, mancano 200 milioni

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno

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Con la manovra di giugno "lo Stato darà a Roma 300 milioni dei 500. Ora bisogna capire come trovare gli altri 200 milioni e questo sarà ovviamente oggetto di trattativa col Tesoro". Il sindaco Gianni Alemanno a margine di una conferenza a piazza Bucarest commenta così il finanziamento per "Roma Capitale" contenuto nella manovra finanziaria approvata dal governo nella serata di ieri. Una legge basata sul rigore e il cantenimento della spesa pubblica, ma che per il sindaco contiene un finanziamento "strutturale fino al 2046". NORME DA DISCUTERE - Alemanno, che nella mattinata ha incontrato funzionari del ministero dell'Economia e che ieri ha parlato direttamente col ministro Giulio Tremonti, ha sostenuto che lo stanziamento dei 300 milioni rappresenta "un passo in avanti molto importante: siamo passati dai 200 milioni di cui si parlava ieri ai 300 milioni. Si tratta di un bicchiere mezzo pieno, non mezzo vuoto", conclude il sindaco. I 200 milioni mancanti per il primo cittadino dovranno essere trovati "con delle norme che però non sono state ancora discusse". RISCHIO NUOVE TASSE - Senza quei 200 milioni, però, Roma non può pensare di ripianare il bilancio senza introdurre nuove tasse. Tra gli introiti ipotizzati si era pensato di introdurre un pedaggio per il Grande Raccordo Anulare. Ipotesi smentita oggi da Alemanno che ha escluso il pagamento di di un ticket per l'anello che circonda la Capitale. E mentre si attendono i testi della manovra trova spazio anche l'indiscrezione di una tassa sul turismo,  da far pagare negli alberghi o negli aeroporti.  "La tassa di soggiorno sarà progressiva, massimo 10 euro per l'extralusso", ha detto Gianni Alemanno ribadendo che il bilancio previsionale 2010 sarà votato a luglio. "Ci sarà una parte di interventi a nostra disponibilità per mettere in equilibrio il bilancio - ha continuato il sindaco -  Avremo una serie di facoltà del Comune per fare tagli e mettere delle tasse che gravi sui turismi ma non sui cittadini". Ma "se si dovesse procedere ad un aumento della tassazione e delle imposte su Roma, calcolando che c'è il rischio che ciò possa avvenire anche a livello regionale, il risultato sarebbe: meno soldi per Roma e più tasse per i romani, che non mi sembra affatto un buon risultato quindi siamo ovviamente preoccupati", ha detto il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. ZINGARETTI: FORTE PREOCCUPAZIONE - Il titolare di palazzo Valentini ha sottolineato come "Roma in questo momento avrebbe bisogno dell'opposto, cioè di un patto di solidarietà e di rilancio di una nuova classe dirigente per immaginare un modello di sviluppo e il suo sostegno. Quindi - ha aggiunto -ovviamente siamo molto preoccupati perché sembra che a ciò si aggiungano tagli che subirà la Regione Lazio e la Provincia di Roma, perché la manovra nazionale è una manovra che scarica per oltre il 50% del suo totale non sugli enti locali sui cittadini". Il presidente della Provincia ha posto l'accento anche su un'altra questione. "Allo stato attuale - ha detto - non sappiamo nulla dei decreti attuativi di Roma Capitale".    

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