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Orlandi, il telefonista riascoltato in Procura

Manifesti per Emanuela Orlandi

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Gli investigatori non mollano. Nuova audizione in procura per Carlo Alberto De Tomasi, l'uomo che, secondo i magistrati che indagano sul sequestro di Emanuela Orlandi, telefonò nel 2005 alla trasmissione «Chi l'ha visto», invitando a vedere chi era sepolto nella cripta della Basilica di Sant'Apollinare, se si fosse voluto risolvere il giallo del rapimento della ragazza. Ad incastrare Carlo De Tomasi è una perizia fonica su quella telefonata alla Rai. L'interessato continua a negare. E nega anche il padre Giuseppe De Tomasi, detto «Sergione», il quale sempre secondo una consulenza fonica, sarebbe stato lui a contattare la famiglia Orlandi, spacciandosi per Mario, il 28 giugno '83, sei giorni dopo la scomparsa di Emanuela. «Sergione» ha persino chiamato «Chi l'ha visto» lo scorso 3 maggio, per ribadire la sua estraneità al caso Orlandi. De Tomasi ha sostenuto, inoltre, che la tomba del boss della Banda della Magliana, Renatino De Pedis, in Sant'Apollinare sarebbe stata ottenuta dalla famiglia De Pedis in cambio di denaro. Pe rverificare la versione di «Sergione», il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Simona Maisto hanno voluto ascoltare anche la moglie Anna Maria Rossi. Ai magistrati interessava capire che tipo di rapporti ci fossero tra i De Tomasi ed Enrico De Pedis, il Renatino della Banda della Magliana, considerato l'ideatore del sequestro Orlandi. Rapporti buoni fino a quando De Pedis non è stato assassinato il via del Pellegrino il 2 febbraio del '90. Fu «Sergione», ad esempio, ad organizzare il rinfresco del matrimonio tra Renatino e Carla Di Giovanni al Jackie'O di cui era proprietario attraverso la Srl Centro storico. Inoltre Carlo De Tomasi era amico di Marco, fratello più piccolo di De Pedis e Luciano, il fratello più grande del boss, rilevò un altro ristorante in precedenza gestito da Giuseppe De Tomasi.

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