Disco-Ostia fino all'alba poi tutti a prendere il sole
Dal «cubo» all'asciugamano. Il primo lungo week-end della movida di Ostia inizia intorno alle 23.30 di un tiepido sabato. Dopo la cena, dopo il salto al pub, dopo la ricerca del parcheggio, la festa parte davvero, con l'assedio alle discoteche, quasi tutte aperte, a cui seguirà, il mattino dopo, l'invasione delle spiagge. Prima della mezzanotte le code di fronte i locali del lungomare sono già lunghissime. Omaggi per drink tra le mani, prenotati da giorni tramite pr e organizzatori, vestiti alla moda. I sandali già ai piedi, i giovani romani e i turisti dello sballo si mettono in fila senza fretta, aspettando l'agognato cenno del buttafuori di turno. Le donne sono privilegiate, ai maschietti tocca aspettare. Ma una volta dentro la musica ripaga dell'attesa. Quasi non ci si muove per l'affluenza, ma in pochi sembrano farci caso. Per una bibita ci vuole mezz'ora, per le toilette è una lotta, tra sguardi che si incrociano e nuove amicizie che nascono sulla pista. È una sfibrante maratona di danze, cocktail e nessuno sembra volersene andare, approfittando dell'orario prolungato. Fino alle 4 i locali fanno il pienone poi, poco a poco, i ragazzi lasciano la discoteca ma la serata per molti non può finire qui. Si chiacchiera fino all'alba, qualcuno ancora col bicchiere tra le mani. Di andarsene non se ne parla, tanto è già domenica e si passa, spesso, direttamente allo stabilimento. Poi c'è l'altra faccia del divertimento, che ha il sapore di notti insonni e vetri che pulsano al ritmo di house music. Il rumore della movida ha iniziato a tenere svegli i cittadini del mare di Roma. Troppo presto per dirlo, ma per ora non sembra che la delibera di Giunta del XIII Municipio, approvata venerdì scorso, non abbia dato i frutti sperati. L'idea di prolungare l'orario di apertura dei locali fino alle 7, aveva infatti l'intento di dilatare il deflusso dei visitatori. Ottima proposta sulla carta ma all'atto pratico ancora tutta sperimentare. «Abbiamo appoggiato per primi l'iniziativa perché aveva senso - spiega Augusto Rossoni dell'Acol, l'Associazione Comitati di Quartiere del Litorale - ma sabato, anche dopo le 4, da molte discoteche fuoriusciva un rumore assordante. Ma nessuno controllava». Secondo la normativa, il valore dei decibel della zonizzazione acustica cittadina, deve restare sotto i 55: in più dopo le 3 i locali devono abbassare il volume del 30% e del 60, dopo le 4. «I divieti non risolvono nulla senza i controlli - conferma Angelo Moretti, Comandante della Polizia Municipale del XIII° Gruppo - Ci vuole un coordinamento maggiore interforze e lo stiamo già mettendo in campo. La settimana prossima dovremmo partire con i pattuglioni, ma ci servono rinforzi». I controlli dell'Arpa, l'ente che si occupa di rilevare l'inquinamento acustico, però ci sono eccome. «I monitoraggi sono costanti - sottolinea Fabrizio Martiradonna, gestore della discoteca Eisha - Lo scorso anno due locali hanno rischiato la chiusura. La maggior parte delle discoteche rispetta le regole».