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«Contro di noi niente prove È un episodio di repressione»

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Pocagente ieri pomeriggio a via Sergio Tofano, Vigne Nuove: ci sono Stefano Schiavulli, 25 anni, e Massimiliano De Simone, 42, fra i quattro indagati legati all'organizzazione di estrema destra Militia. Massimiliano chiude il cellulare. «Era mio padre. Gli ho detto di non guardare la tv. Non voglio farlo preoccupare troppo». «È il solito episodio di repressione, null'altro – aggiunge Stefano – Sai come rispondo? Me ne frego!». «Non capisco come mai, visto che le scritte incriminananti non sono state fatte così tardi, non ci sia la registrazione di una telecamera o una testimonianza. Ci scagionerebbe subito – incalza Massimiliano – Il marchio Militia non è coperto da copyright, chiunque può scrivere su un muro e firmarsi così. Poi, è vero, domani (oggi) qui in palestra ci dovevamo incontrare con un'ottantina di rappresentanti di alcune microcomunità di tutta Italia, ma per metterci a rete, un coordinamento politico. Se volevamo fare i terroristi non lo avremmo pubblicizzato su Internet». «Saremmo contro gli ebrei? Non è così – conclude il quarantaduenne – Ci siamo sempre battuti contro il sionismo e siamo stati sempre a favore dei palestinesi, contro lo stato ebraico che scaccia il popolo palestinese».

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