Prostitute come automobili.

Lemulte alle lucciole (200 euro) non hanno tolto di mezzo il fenomeno, così come le contravvenzioni non evitano le violazioni al codice da parte di chi guida. Il provvedimento era nato perché calasse il sipario su una scena quotidiana, diurna e notturna, troppo sconcia e sfacciata per essere tollerata e far finta di niente. In strada le ragazze esponevano glutei e seni a cielo aperto trasformando i marciapiedi di vie come Salaria, Prenestina e Palmiro Togliatti (per citarne solo alcune) in vetrine del porno. Il sindaco ha fatto del decoro uno dei suoi cavalli di battaglia elettorale, e una volta conquistata la fascia tricolore ha mantenuto la promessa. Ma non ha sortito gli effetti sperati. Ogni notte le forze dell'ordine fermano le prostitute, le multano e poi se le ritrovano la volta dopo ancora in sosta vietata. Per la maggior parte sono comunitarie (romene), quindi cittadine europee: non possone essere espulse ma solo contravvenzionate. Gli addetti ai lavori staccano verbali come fanno con le auto in doppia fila. Applicano la legge. Ma sulla prostituzione una legge vera non c'è. Nel settembre 2008 l'hanno proposta i ministri Carfagna, Maroni e Alfano in un ddl approvato dal Governo. La novità: carcere alle prostitute. La proposta si è arenata. E il sesso va. Coletti e Grifeo alle pag. 42 e 43