La città degli anelli

Oltre dieci miliardi di euro di investimenti. E, tanto per «rubare» alcuni dati forniti dal presidente della Uir, Aurelio Regina, le Olimpiadi di Barcellona del '92 portarono «trecentomila posti di lavoro e un incremento del turismo negli anni seguenti del 20 per cento». Ma la Capitale sarà pronta all'evento olimpico del 2020? A dirlo i progetti per le infrastrutture, ovvero la grande sfida della mobilità capitolina. E si punta sul ferro. Ecco allora che la realizzazione dell'intera tratta della linea C della metropolitana, prevista per il 2018, risulta prioritaria. La sotterranea più lunga della Capitale con i suoi 25,5 chilometri suddivisi in 30 stazioni, collegherà direttamente aree e quartieri oggi distanti, attraversando la città, da nord-ovest a sud-est, da piazzale Clodio a Pantano da percorrere in 25 minuti e con una capienza stimata di 24 mila passeggeri l'ora. Andrà poi a gara entro l'anno la realizzazione di un'altra «spina dorsale» per la mobilità cittadina: la linea D che nel suo progetto originario collegherebbe il nord est (Talenti) al sud ovest (Eur) in circa 20 chilometri di gallerie.  Il Campidoglio sta tuttavia valutando di cambiare il tracciato e renderlo più «circolare» in modo da collegare più quartieri periferici. Ma la sfida più grande è sempre quella che si attende da almeno vent'anni: la chiusura dell'anello ferroviario: quei quattro chilometri all'altezza di Tor di Quinto che significano rivoluzione. Chiudendo la cintura nord della ferrovia si viene infatti a creare una specie di «raccordo anulare» su ferro. Una svolta non solo per il trasporto passeggeri ma anche per il trasporto merci. E il futuro della mobilità capitolina punta proprio sugli «anelli». Partendo proprio, (sarà destino?) da quell'anello olimpico concepito per i giochi del Sessanta ma ancora non completato. A partire dal collegamento tra via della Farnesina a Villa Doria Pamphili. Il tracciato allo studio dei tecnici prevede una galleria che parta dall'attuale strada olimpica, a valle della galleria Giovanni XXIII, per «tagliare» la collina di Monte Mario fino a confluire all'olimpica che attraversa Villa Pamphili. Un «anello» questo che verrebbe poi completato con l'adeguamento della Circonvallazione Ostiense, via dei Colli Portuensi e via Newton. Chiudere l'anello olimpico sarebbe dunque un'opera dal valore anche altamente simbolico. Il «sistema anello» poi vede ancora allo studio il progetto del nuovo Grande Raccordo Anulare da realizzare attraverso due interventi: estendere le realizzazioni di complanari a tutto il raccordo destinandole ad una nuova funzionalità, come ad esempio alla viabilità locale, e affiancare il trasporto pubblico (ad esempio tram a guida magnetica) che avrà una sede propria. Il sistema degli anelli poi si potrà completare con due bretelle, una ad ovest (Trionfale-Sacchetti-Newton) e l'altra ad Est (Eur-Togliatti-A24-Saxa Rubra). I progetti, insomma ci sono. Adesso occorre partire per trasformarli in realtà.