Stefano è libero: indagato un agente
Stefano è libero e l’agente che lo ha colpito per primo è ufficialmente indagato. Lesioni volontarie aggravate dal fatto che è un pubblico ufficiale, l’accusa. Si tratta di un poliziotto del Reparto Mobile in servizio da circa 15 anni, considerato dai colleghi «una persona tranquilla». Per ora né lui né gli altri tre agenti dello stesso reparto, ascoltati martedì in Procura dai pm che indagano sugli scontri del 5 maggio, sarebbero stati sospesi dal servizio. È al vaglio dei magistrati anche la posizione di un secondo agente che ha partecipato, il 5 maggio, all'arresto di Stefano Gugliotta. Il venticinquenne recluso per una settimana a Regina Coeli, poco prima delle venti di ieri è stato scarcerato su richiesta della Procura della Repubblica, perché considerato vittima di «un atto arbitrario». Sull'episodio ha riferito in Parlamento il ministro Elio Vito. Il rappresentante del Governo ha chiesto di «evitare processi sommari e attacchi indiscriminati alle forze dell'ordine che svolgono quotidianamente il difficile compito della gestione dell'ordine pubblico con professionalità e sacrificio». E poi ha ripercorso la vicenda: «Dalla ricostruzione dei fatti - ha deto Vito - emerge che durante l'incontro di calcio Roma-Inter un folto gruppo di tifosi romanisti, all'uscita dello stadio, ha dato luogo a disordini, attaccando ripetutamente le forze dell'ordine con lanci di oggetti contundenti, bottiglie di vetro e razzi illuminanti. In una delle fasi dei disordini, in via del Pinturicchio, dove poco prima si erano radunati altri tifosi, venivano individuati due giovani che si stavano allontanendo senza casco a bordo di un motorino. All'intimazione dell'alt il giovane alla guida del motorino non si fermava, dicendo che non centrava nulla e cercando di spingere l'operatore. Uno dei due giovani veniva identificato nella persona di Stefano Gugliotta, nei cui confronti risultano denunce per rapina, lesioni personali e guida in stato di alterazione per sostanze stupefacenti. Sono in corso un indagine giudiziaria e un'inchiesta interna per la ricostruzione dei fatti - ha proseguito il ministro per i rapporti con il Parlamento - Il ragazzo è stato poi accompagnato al posto di polizia dello stadio Olimpico, dove è stato visitato da un medico del 118. Al termine degli accertamenti e cure mediche è stato accompagnato al carcere di Regina Coeli, ove tuttora detenuto poichè su richiesta del pubblico ministero di turno il Gip ha convalidato l'arresto. Il procuratore ha precisato che le indagini proseguono per l'accertamento della responsabilità al fine poi di chiarire esattamente le fasi dell'arresto e verificare ogni comportamento illecito sono stati individuati tutti gli appartenenti alla polizia che hanno partecipato alle varie fasi del fermo e le loro annotazioni sono state trasmesse all'autorità giudiziaria per le valutazioni di competenza». Un intervento giudicato «sconcertante» dai radicali «Di fronte ad un'operazione di polizia che rischia di delinearsi come un rastrellamento indiscriminato - ha osservato il segretario del partito Mario Staderini - il ministro prova a spostare l'attenzione gettando fango su un cittadino italiano che è stato di fatto sequestrato dallo Stato dopo averne subito l'aggressione fisica. Peraltro fare riferimento a segnalazioni e denunce per una persona che al casellario giudiziario risulterebbe incensurata e senza carichi pendenti è un tentativo vergognoso di manipolare l'opinione pubblica». In parallelo proseguono anche gli accertamenti riguardano le altre sette persone finite in carcere perché accusate di aver partecipato agli incidenti accaduti dopo la finale di Coppa Italia. Maurizio Gallo