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Io urlavo ma loro continuavano a picchiare

Stefano Gugliotta, uno dei ragazzi arrestati dopo la partita di Coppa Italia Roma-Inter e che denuncia violenze da parte della polizia

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{{IMG_SX}}"Io urlavo ma loro continuavano a picchare". Stefano Gugliotta scarcerato ieri dopo l'arresto avvenuto la sera del 5 maggio dopo alcuni incidenti provocati dagli ultrà giallorossi al termine della partita Inter-Roma, è ancora visibilmente scosso. Nello studio del suo avvocato, Cesare Piranio, racconta alla stampa i momenti che hanno preceduto il suo arresto quando, così come ripreso da un video girato da un residente di viale Pinturicchio, alcuni poliziotti lo hanno picchiato mentre si trovava alla guida di un motorino senza casco e in compagnia di un amico. NON ERA ANDATO A VEDERE LA PARTITA - "Siamo stati in giro nel quartiere con degli amici - racconta Stefano Gugliotta, 25 anni, che lavora come facchino per una ditta presso l'Auditorium di Roma - poi sono andato a cena a casa mia e quindi abbiamo raggiunto il locale di viale del Pinturicchio per festeggiare il compleanno di mio cugino Simone". Stefano Gugliotta ha quindi escluso di aver avuto un qualsiasi tipo di partecipazione con gli incidenti che erano avvenuti nei pressi dello stadio. IL FERMO E LA VIOLENZA - "Mi hanno intimato l'alt - prosegue Gugliotta - mi sono fermato e mi hanno subito colpito. Non ho reagito ma con la mano ho cercato solo di tenerlo a distanza. Poi sono stato aggredito da altri poliziotti, ho avuto un colpo alla testa, ricordo i primi tre agenti poi quasi più nulla ma penso di essere stato aggredito da almeno 7-8". Stefano racconta di aver cercato di chiedere spiegazioni: "Loro non hanno voluto sentire ragioni, continuavano solo a picchiare". LE SCUSE DELLA POLIZIA - Un alto funzionario della polizia ha chiamato nei giorni scorsi la madre di Stefano Gugliotta ed ha chiesto scusa del comportamento avuto da un agente anche a nome del questore di Roma. La circostanza è stata resa nota dal difensore di Gugliotta, l'avvocato Cesare Piraino. "Voglio sottolineare la grande professionalità che hanno avuto i magistrati ed anche gli organi di polizia in questa storia - ha continuato il penalista - quando erano stati affidati gli accertamenti al commissariato Prati avevo qualche titubanza, ma le verifiche sono state fatte in modo scrupoloso e imparziale. Anche il pm e il procuratore si sono occupati del caso con grande responsabilità. Possiamo dire, in questa occasione, che lo Stato ha funzionato".

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