Stagisti Cotral ingannati dal voto
Prima gli promettono un lavoro come stagisti da incominciare, guarda caso, a quindici giorni dalle elezioni regionali, poi gli danno manforte contro la sospensione dell'avvio dello stage. È quanto accade intorno alla vicenda Cotral Spa. Come denunciato da questo giornale pochi giorni prima della sospensione decisa dal direttore del dipartimento regionale al Lavoro, Cotral stava procedendo ad assunzioni e tirocini di «sapore elettorale» se non altro per la tempistica. Un fenomeno, questo, riscontrato praticamente in tutte le maggiori società regionali. Nulla di strano quindi se la nuova amministrazione abbia deciso di sospendere «per ragioni di opportunità», considerando il fatto non secondario della vittoria del centrodestra, prima all'opposizione, diverse procedure di assunzioni poco prima del voto. Sospensione, non cancellazione. Si comprende tuttavia lo sconforto di chi avrebbe dovuto incominciare un esperienza lavorativa, come i 172 stagisti che ieri si sono riuniti in assemblea. Si comprende meno tuttavia la posizione di alcuni esponenti del centrosinistra che stanno ora cavalcando una battaglia causata proprio da loro. All'assemblea degli stagisti sospesi, infatti, hanno partecipato il presidente della Cotral Spa, Domenico De Vincenzi, il consigliere regionale Pd, Tonio D'Annibale e l'ex assessore regionale al Lavoro alle Pari Opportunità e alle Politiche giovanili, Alessandra Tibaldi e l'assessore provinciale di Roma alle Politiche della Mobilità e Trasporti, Amalia Colaceci. «Lasciare queste persone senza certezze è una cosa indecorosa - ha commentato la Colaceci - soprattutto in un momento economico così difficile. Come Provincia, che è anche socio di Cotral Spa, posso testimoniare che la procedura per gli stage è stata iniziata un anno prima della scadenza elettorale e sta dentro un'iniziativa della precedente amministrazione regionale per le politiche attive del lavoro ben più ampia». Replica a tono il consigliere provinciale del Pdl, Romeo De Angelis. «Di indecorosa c'è soltanto la strumentalizzazione che si sta tentando di mettere in campo - commenta - la Polverini fa bene a controllare la regolarità di tutte le assunzioni non avvenute per concorso pubblico. Se tutto sarà conforme alle leggi nessuno avrà nulla da temere. Altra storia se invece si dovesse scoprire che l'unico criterio utilizzato sia stata l'adesione dei candidati ad un partito politico, sarebbe un'altra storia. Creare illusioni o tentare di strumentalizzare le posizioni di coloro che aspettano di avere un lavoro è grave».