L'Anfiteatro soffre di reumatismi

Tutti al capezzale del vecchio gigante malato per fare una diagnosi precisa e trovare una cura, si spera, risolutiva. Sono gli acciacchi dell'età aggravati dal fatto che l'illustre monumento (oggi come ieri) è pure in balìa degli eventi atmosferici, aggredito dal vento e dalla pioggia, nonché stressato dagli sbalzi di temperatura. A rendere più drammatica la situazione ci si mette anche lo smog e i miasmi dei gas di scarico delle migliaia di auto che lo assediano in un moto circolare perpetuo. In questa situazione sembra quasi un miracolo che domenica mattina a cadere dalla galleria dell'ambulacro centrale di una delle 70 arcate siano stati solo alcuni frammenti di malta e non qualcosa di più sostanzioso. Ecco perché non è scattato l'allarme generale: la Città Eterna sta perdendo i suoi pezzi migliori, accorriamo in massa. E così ieri, c'è stato «solo» il sopralluogo del sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro che insieme al direttore tecnico del Colosseo Meo Grossi hanno valutato le condizioni dell'area anche in previsione di alcuni progetti prossimi venturi come «l'isola» intorno all'edificio. In pratica l'interruzione del traffico su via dei Fori Imperiali all'altezza del monumento, o almeno una sua riduzione con una sola corsia. Sul cedimento Grossi ha spiegato che «i frammenti di malta sono caduti soprattutto a causa degli sbalzi di temperatura, ma anche altri fattori quali lo smog e le vibrazioni, che hanno contribuito al deterioramento della struttura». I lavori per la metropolitana non avrebbero inciso. Una nota dolente, invece, sarebbe l'invasione quotidiana dei turisti. L'afflusso, così come è organizzato attualmente, è anch'esso dannoso per il monumento, perlomeno «andrebbe integrato di più nella valle in cui si trova». Andando più nello specifico la rete ha affermato Grossi «non si è rotta ma sganciata». La struttura è «recente» ed è stata montata in occasione della mostra su Vespasiano. Le malte, imputate numero uno, si sarebbero seccate «per questioni di vario ordine e natura». Fattori «antropici» e vibrazioni sonore comprese. E dunque per la malta Flavia definita da Grossi «doc» (cioè originale) proprio perché «è l'ultimo pezzo rimasto del sistema a stucco decorato», è necessario fare delle opere di «preconsolidamento» e poi intervenire «con malte idrauliche di calce di alta resistenza». Grossi ha spiegato che al Colosseo sono tre gli interventi di restauro in fase di gara, due di primo ordine e uno di secondo ordine. Due interventi al piano terra che prevedono «il controllo delle fasce verticali per nove pilastri campioni all'ingresso, della pavimentazione sconnessa e degli adeguamenti per tutte le nuove cancellate interne» oltre agli «adeguamenti di sicurezza del piano terreno, mentre - ha aggiunto Grossi - al piano superiore nella zona mostra tutti i controlli delle volte e dei pilastri». «Entro la settimana - ha riferito il direttore tecnico - saranno chiuse queste tre gare». Un quarto progetto riguarderà anche una parte dell'area archeologica «esterna» che, ha detto Grossi, «appartiene all'area demaniale del comune».