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Turiste uccise, 7 anni a Vernarelli

Il luogo dell'investimento mortale

Friederich attende un altro processo

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Hanno pianto di gioia. Non sono riusciti a trattenere le lacrime quando hanno sentito che l'assassino delle loro figlie era stato condannato. Il giudice ha infatti inflitto sette anni di galera a Friedrich Vernarelli. I parenti: «Giustizia è fatta». Vernarelli era stato accusato di duplice omidio colposo per aver travolto e ucciso due turiste irlandesi la notte del 18 marzo 2008. «Siamo devastati per la perdita di Elizabeth, parte vitale della nostra vita familiare. Ci manca ogni giorno e dispiace che non siamo stati con lei nel momento del bisogno», hanno detto lasciando l'aula del Tribunale i genitori di una delle due ragazze morte. Assente, invece, l'imputato, che si è allontanato dal palazzo di Giustizia prima che fosse pronunciata la sentenza: è stato il suo avvocato, il penalista Giovanni Marcellitti, a contattarlo mentre si trovava già a casa. A perdere la vita davanti a Castel Sant'Angelo, furono Elizabeth Anne Gubbins e Marie Claire Collins, di 27 e 28 anni. Entrambe, dopo essere state travolte sulle striscie pedonali dalla Mercedes dell'imputato, fecero un volo di decine di metri a causa dell'alta velocità della macchina, che viaggiava a oltre 80 chilometri orari. La vettura passò anche con il semaforo rosso. Al volante, secondo il pm Andrea Mosca, che al giudice monocratico aveva chiesto di condannare Vernarelli a nove anni di detenzione, c'era dunque Friedrich, al quale in passato era stata sospesa la patente per aver guidato contromano sulla corsia preferenziale di fronte all'ospedale San Giovanni: quest'episodio gli è infatti costato la mancata concessione delle attenuanti generiche. «Vernarelli non era in stato di totale confusione - ha detto il sostituto procuratore durante la requisitoria - come ci ha voluto far credere la difesa. Al Santo Spirito un medico lo definì vigile e orientato, tanto che si rifiutò di sottoporsi all'esame delle urine, segno che aveva qualcosa da nascondere. Gli esami ematici rivelarono in seguito un'elevatissima assunzione di alcool, il cui tasso era di 2,85 ml, quasi sei volte il limite consentito dalla legge». L'imputato, quando fu interrogato dal gip in sede di convalida dell'arresto, ammise di essere alla guida dell'auto («ho fatto una fesseria, ero io alla guida»), salvo poi, dopo due mesi in cella, «rivelare» che al volante c'era uno dei due ragazzi ungheresi con cui avrebbe trascorso la serata in un pub. Durante il processo fu ascoltato anche il testimone del sanguinoso incidente stradale, il turista americano Manuel Ruiz, che riferì di non aver riconosciuto Vernarelli come il conducente della vettura killer. Anche queste dichiarazioni non hanno convinto il giudice, che ha condannato, tra l'altro, l'imputato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e all'interdizione legale. Non solo. Il giudice ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 130 mila euro ciascuno per i tre genitori e a settantamila euro ciascuno per i sette fratelli delle due ragazze. Dovranno anche essere pagate le spese legali sostenute dalle due famiglie, che il giudice ha quantificato in quarantamila euro ciascuno.

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